È morto all’età di 91 anni il climatologo francese Claude Lorius. Nato a Besançon il 27 febbraio 1932, Lorius è stato pioniere della glaciologia, eroe del primo svernamento in Antartide nel 1957 e primo scienziato, a metà degli anni ’60, a dimostrare l’influenza dei gas serra sul riscaldamento globale. L’annuncio della scomparsa è stato dato oggi dalla famiglia e dal suo editore.
Ricercatore e poi direttore presso il Cnrs a Grenoble, membro dell’Académie des sciences, Claude Lorius ha partecipato a decine di campagne polari, la maggior parte in Antartide. Le sue ricerche sui ghiacci hanno determinato la sua fama nel campo della climatologia. Si deve a lui l’intuizione che le bolle d’aria, intrappolate nel ghiaccio da millenni, possono rivelare la composizione dell’atmosfera del passato. O la scoperta che la composizione isotopica del ghiaccio può indicare la temperatura al momento della precipitazione. O che, attraverso particolari metodi di analisi, è possibile determinare la pressione atmosferica al tempo della formazione del ghiaccio. Informazioni come queste sono state di fondamentale importanza per ricostruire le vicende del clima nei millenni passati. Lorius è stato uno dei primi scienziati a mettere in evidenza la relazione tra clima e concentrazione di gas serra nell’atmosfera.
Professore di climatologia del Consiglio nazionale delle ricerche, già direttore del Laboratorio di glaciologia e geofisica dell’Università di Grenoble, Lorius nel 2001 era stato insignito del Premio internazionale Balzan per la climatologia (“Per la sua attività di eccellenza nello studio della paleoclimatologia polare, da cui sono derivati risultati profondi e innovativi”) e nel 2008 aveva ricevuto a Tokyo il prestigioso Blue Planet Prize, una sorta di Premio Nobel per l’ambient.
Gli studi di Claude Lorius sui ghiacci
Claude Lorius è uno dei pionieri dello sviluppo e dell’applicazione di nuovi metodi per determinare i climi del passato partendo dalle carote di ghiaccio. Le ricerche sulle carote di ghiaccio dell’Antartide e della Groenlandia hanno dimostrato non solo che la composizione dell’atmosfera terrestre ha subito grandi e ben definite oscillazioni, ma che queste oscillazioni erano correlate a drastici cambiamenti climatici tra epoche calde e glaciali.
Lorius è stato il propulsore della ricerca sulle carote di ghiaccio dell’Antartide nel quadro di una collaborazione russo-francese. Nella stazione di Vostok sono stati trivellati, nel 1982, circa 2.100 metri di ghiaccio corrispondenti a un periodo che copre circa 140.000 anni. Nel 1999, il carotaggio aveva raggiunto i 3623 metri, corrispondenti a 420.000 anni. Da qui, è stato possibile evidenziare quattro transizioni tra epoche calde e glaciali risalenti a circa 18.000, 135.000, 245.000 e 335.000 anni fa. Questo risultato dà sostegno all’idea che i cambiamenti dei parametri dell’orbita terrestre causano variazioni nell’intensità della radiazione solare che a loro volta provocano cambiamenti climatici naturali.