Nella notte tra sabato 25 e domenica 26 marzo 2023 entrerà in vigore l’Ora Legale, la convenzione che prevede lo spostamento in avanti di un’ora delle lancette degli orologi per sfruttare meglio l’irradiazione del Sole durante il periodo estivo. Dovremo spostare le lancette dalle 02:00 alle 03:00 di domenica 26, e di conseguenza dormiremo un’ora in meno, ma, in compenso, le giornate saranno più lunghe e luminose nelle ore pomeridiane.
L’Ora Legale e l’orario del tramonto
Da domani dunque le giornate saranno più lunghe e luminose nelle ore pomeridiane: mentre oggi il Sole tramonta nel nostro Paese tra le 18:04 di Lecce e le 18:49 di Aosta, passando per le 18:16 di Catania, le 18:27 di Roma e le 18:42 di Milano, domani il tramonto avverrà molto più tardi, cioè tra le 19:05 di Lecce e le 19:51 di Aosta, passando per le 19:17 di Catania, le 19:28 di Roma e le 19:43 di Milano.
Torna l’ora legale, “risparmi per 220 milioni di euro”
Secondo le stime di Terna, la società che gestisce la rete di trasmissione nazionale, nei sette mesi in cui sarà in vigore l’ora legale l’Italia risparmierà circa 220 milioni di euro milioni di euro, grazie a un minor consumo di energia elettrica pari a circa 410 milioni di kWh che genererà, inoltre, un rilevante beneficio ambientale, quantificabile nella riduzione di circa 200mila tonnellate di emissioni di anidride carbonica in atmosfera.
Il beneficio economico stimato per il periodo di ora legale nel 2023 è calcolato considerando che il costo del kWh medio per il ‘cliente domestico tipo in tutela’ (secondo i dati dell’ARERA) è, attualmente, pari a circa 53 centesimi di euro al lordo delle imposte. I circa 410 milioni di kWh di minori consumi di elettricità equivalgono al fabbisogno medio annuo di oltre 150 mila famiglie.
Dal 2004 al 2022, secondo l’analisi della società guidata da Stefano Donnarumma, il minor consumo di energia elettrica per l’Italia dovuto all’ora legale è stato complessivamente di circa 10,9 miliardi di kWh e ha comportato, in termini economici, un risparmio per i cittadini di circa 2 miliardi di euro.
Ora legale 2023, cos’è e perché esiste
Obiettivo del cambio di lancette è il risparmio energetico per il minore consumo di illuminazione elettrica. A lanciare per la prima volta l’idea di un cambio di passo delle lancette dell’orologio per risparmiare energia risale al 1784, a Benjamin Franklin, l’inventore del parafulmine, che pubblicò in quell’anno una proposta di ‘cambio d’ora’ sul quotidiano francese Journal de Paris. Le sue riflessioni poggiavano appunto sull’idea di risparmiare energia ma non trovarono seguito.
Oltre un secolo dopo, nel 1907, l’idea venne ripresa dal costruttore inglese William Willett, e questa volta trovò terreno fertile nel quadro delle esigenze economiche provocate dalla Prima guerra mondiale. Tanto che nel 1916 la Camera dei Comuni di Londra diede il via libra al British Summer Time, che implicava lo spostamento delle lancette un’ora in avanti durante l’estate. Molti paesi imitarono la Gran Bretagna in quanto in tempo di guerra il risparmio energetico era una priorità. In generale, i Paesi della fascia tropicale non adottano l’ora legale, in quanto la variazione delle ore di luce durante l’arco dell’anno è minima e non consente di avere ore di luce sufficienti la mattina per giustificare uno spostamento di lancette in avanti di un’ora. Nell’emisfero australe, essendo le stagioni invertite rispetto all’emisfero boreale, anche l’ora legale segue un calendario invertito: in Australia è in vigore da ottobre a fine marzo o inizio aprile, con possibili variazioni da stato a stato, mentre in Brasile si va dalla terza domenica di ottobre alla terza domenica di febbraio. In Africa l’ora legale è scarsamente usata e in Russia dal 2011 è stata abolita l’ora solare.
Che fine ha fatto l’abolizione del cambio dell’ora
Il cambio d’ora non è un’esigenza condivisa da tutti i Paesi: soprattutto nel Nord Europa dove si beneficia meno della luce solare, è stato chiesto da tempo di modificare le disposizioni europee. Per tale motivo è stato indetto un referendum internazionale al quale hanno partecipato 4,8 milioni di cittadini europei: l’84% si è detto favorevole a fermare il cambio dell’ora. Dopo una proposta della Commissione Europea in questo senso, nel 2018 è arrivata la risoluzione legislativa, approvata dal Parlamento Europeo con 410 voti a favore, 192 contrari e 51 astenuti, a sostegno della proposta avanzata dalla Commissione. Di conseguenza, l’Unione Europea ha invitato tutti gli Stati membri a esprimere la propria posizione.
Da allora, però, nulla è cambiato. Tranne l’ora, che continua a variare due volte l’anno, in primavera e in autunno.