Negli ultimi 30 anni le nicchie di sopravvivenza per le piante originarie delle Alpi si sono ridotte a causa del cambiamento climatico, sanno invece resistere meglio le specie aliene. A indicarlo è una ricerca italiana, guidata da Costanza Geppert dell’Università di Padova e pubblicata sulla rivista dell’Accademia delle Scienze degli Stati Uniti (Pnas), basata sull’analisi di oltre 1.400 specie, fra autoctone e aliene, tra il 1990 e il 2019.
L’aumento delle temperature ha un forte impatto anche sulle piante che vivono nelle Alpi perché il riscaldamento spinge le varie specie a salire di quota per avere a disposizione ambienti adatti alla sopravvivenza. Ma questa ‘scalata’ in cerca di temperature più fredde ha ovviamente per le piante dei tempi piuttosto lenti. Più lenti dei cambiamenti in atto, e dunque si assiste alla graduale riduzione delle nicchie di vivibilità di molte piante.
Piante autoctone e specie aliene
Analizzando questi cambiamenti negli ultimi 30 anni i ricercatori italiani hanno verificato che questa traslazione verso l’alto non avviene nello stesso modo per tutte le specie. Le piante autoctone mostrano infatti una maggiore difficoltà di sopravvivenza rispetto alle piante aliene, le specie che negli anni (a causa dell’introduzione da parte dell’uomo) hanno trovato spazio nelle Alpi ma che erano originarie di altre zone.
In particolare, per le specie autoctone si assiste infatti a una riduzione più pronunciata alle altitudini più basse mentre le specie aliene hanno una maggiora facilità di adattamento alle temperature calde. Un fenomeno che dovrebbe spingere ad estendere le politiche di conservazione della flora autoctona anche nelle aree a bassa quota.