“La politica estera non è una competenza esclusiva del ministro o dei diplomatici ma ogni italiano che lavoro è parte della politica estera, come le imprese grandi e piccole a ogni latitudine e lo Spazio rappresenta il futuro e dobbiamo investire e crederci di più“: è quanto ha affermato il Vice Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, in occasione del suo intervento alla Conferenza delle addette e addetti scientifici e spaziali che si svolge all’Università di Padova. “Anche il nostro sapere è politica estera perché il sapere dell’uomo che è al centro di tutto ci permette di far conoscere ancora meglio quale è il nostro paese uomini e donne che lavorano nel settore della scienza. Mettere al centro l’uomo che sa e che conosce come gli antichi che guardavano allo spazio, che guardavano alle stelle. Anche tutta la conoscenza e la rivelazione della nascita di Gesù avviene attraverso la stella cometa, conoscere lo Spazio riguarda anche la nostra natura. Usare questo sapere per collegare uomini e nazioni tra loro significa che come italiani siamo in grado di svolgere un ruolo così importante, come chi nelle nostre ambasciate svolge questo ruolo. Spazio oggi vuol dire industria, significa avere un sistema di ricerca che ci porta a conoscere quello che accade nel mondo. Abbiamo un nostro addetto all’agenzia spaziale a Parigi, perché si decide il destino del nostro paese“.
“Abbiamo avuto l’onore di avere una donna a capo di una missione spaziale come Samantha Cristoforetti, saremo in Serbia col ministro Bernini con business forum anche un forum dedicato al settore ci cui si stiamo occupando oggi, al lato avremo un dialogo con imprese che occupano questi settori. Vogliamo sviluppare una presenza italiana nello Spazio e nelle scienze, è parte della nostra identità, abbiamo avuto uomini e donne che studiavano la scienza e ciò che legava l’uomo al sapere,” ha proseguito Tajani. “Più si conosce e meglio si può agire e più si può collaborare con gli altri, con altri paesi del mondo che vogliono conoscere, penso ai paesi africani ad esempio. Il nostro sistema Galileo è superiore al Gps, il margine di errore di Galileo è inferiore al Gps. L’Africa ha bisogno di una politica spaziale stiamo guardando non con l’occhio del colonizzatore ma favorendo la collaborazione con i sistemi satellitari. Pensiamo quanto sia importante la ricerca in campo medico. Lo sviluppo del mercato con la crescita dell’economia a vantaggio di tutti“.