Terremoto Campobasso, esperto: “rottura di 5 km quadrati, si è attivata la struttura di San Giuliano di Puglia”

A originare il terremoto "è stata una rottura di circa 5 km quadrati sulla faglia"
MeteoWeb

Notte di paura in Molise, dopo il terremoto magnitudo 4.6 avvenuto alle 23:52 di ieri sera. L’epicentro della scossa è stato localizzato a 2 km da Montagano, in provincia di Campobasso, ad una profondità di 23 km. Altri 3 eventi si sono verificate alle 01:53, 06:43 e 06:54, con magnitudo rispettivamente 2, 2.6 e 2.4. La scossa nella notte è stata avvertita anche nei comuni di Ripalimosani, Matrice, Castellino, Civitacampomarano, Lucido oltre che in Campania,  Puglia, Lazio e Abruzzo.

A originare il terremoto “è stata una rottura di circa 5 km quadrati sulla faglia, e il meccanismo focale calcolato mostra un movimento trascorrente che, localizzato e contestualizzato nella geodinamica dell’area, ci fa capire che con ogni probabilità si è attivata la struttura dei terremoti di San Giuliano di Puglia del 2002. In particolare si è rotto un pezzo della faglia a Ovest della seconda scossa che si ebbe il 1 novembre 2002“: è quanto ha dichiarato il geologo di Geosilsab Unimol (Università del Molise) Eugenio Auciello commentando l’evento sismico. “La scossa si localizza oltre 10 km ad Ovest della sismicità registrata nei giorni scorsi e ormai ieri nei pressi di Ripabottoni. Purtroppo questo elemento indica che l’area attiva è in realtà più ampia di quanto ritenuto fino a poche ore fa ed inoltre non si osserva al momento ulteriore attività lungo il tratto di faglia interposto tra le aree epicentrali della sequenza dei giorni scorsi e la scossa“. Il riferimento è allo sciame in atto da diversi giorni in Molise, in particolare nel comune di sant’Elia a Pianisi dove si sono verificati diversi evento, con magnitudo massima 2.9. “La situazione è delicata – secondo il geologo – perché, oltre a non poter escludere ulteriori scosse, anche di magnitudo maggiore, si ritiene che questo possa essere anche uno scenario più probabile rispetto a quanto precedentemente valutato“. Tali osservazioni, ha concluso l’esperto, “non costituiscono una previsione e non vogliono infondere allarmismo, ma vogliono fornire una descrizione oggettiva dell’attività in corso e delle possibili evoluzioni“.

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