I genomi del virus dell’immunodeficienza umana che si nascondono nei globuli bianchi potrebbero fornire nuove indicazioni per ridurre il carico di infezioni. Lo suggerisce uno studio, pubblicato sulla rivista Nature Microbiology, condotto dagli scienziati della Johns Hopkins Medicine. Il team, guidato da Janice Clements, ha cercato di valutare i possibili loci genetici in cui il virus puo’ nascondere il suo codice genetico. I ricercatori hanno raccolto campioni di sangue di uomini e donne affetti da HIV e hanno individuato un serbatoio nei globuli bianchi circolanti chiamati monociti.
Queste cellule, spiegano gli studiosi, sono precursori dei macrofagi, che svolgono un ruolo cruciale nella fagocitazione e la distruzione di virus, batteri e altre cellule estranee all’ospite. Gli esperti hanno trovato monociti all’interno degli organismi dei pazienti positivi all’agente patogeno e sottoposti a terapia antiretrovirale standard.
Trattamento HIV
Questi risultati, osservano gli autori, potrebbero fornire una nuova direzione agli sforzi per migliorare le opzioni di trattamento per i pazienti con HIV. “Non sappiamo ancora quale sia il legame tra monociti e macrofagi, nella capacita’ di contrastare l’infezione” afferma Clements. “Ma i nostri dati supportano la prosecuzione degli sforzi di ricerca per comprendere il loro ruolo nella malattia”.
“Sappiamo che l’HIV puo’ nascondere il suo genoma nelle cellule immunitarie – aggiunge , collega e coautrice di Clements – individua Rebecca Veenhuisre tutti i biomarcatori associati alle cellule che ospitano il genoma virale e’ fondamentale per sviluppare trattamenti specifici contro l’infezione”.
Il gruppo di ricerca ha utilizzato un test sperimentale per rilevare i genomi dell’HIV intatti nei monociti di 30 pazienti sieropositivi trattati con farmaci antiretrovirali standard. In tutti i partecipanti sono state rilevate tracce di materiale genetico virale in grado di infettare le cellule vicini. “Questi risultati – concludono gli autori – suggeriscono che i monociti possono essere un serbatoio stabile di HIV. Tale informazione e’ molto importante per la ricerca futura destinata allo sviluppo di nuove terapie contro l’HIV”.