L’Artico senza ghiaccio: terreno di caccia per i predatori marini

Secondo uno studio i predatori marini hanno raggiunto le acque dell'Artico spingendosi sempre piu' a Nord, come effetto del riscaldamento della regione
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Negli ultimi 20 anni i predatori marini hanno raggiunto le acque dell’Artico spingendosi sempre piu’ a Nord, probabilmente come effetto del riscaldamento della regione. A evidenziarlo uno studio, pubblicato sulla rivista Scientific Reports, condotto dagli scienziati dell’Arctic Research Center presso l’Universita’ di Hokkaido. Il team, guidato da Irene D. Alabia, ha valutato gli effetti dell’aumento delle temperature osservato nelle regioni polari sul comportamento dei predatori marini.

I ricercatori hanno considerato la ricchezza, la composizione e le potenziali associazioni tra le specie artiche. I mari che circondano l’Artico, spiegano gli esperti, rappresentano zone importanti per la pesca e l’ecologia e allo stesso tempo costituiscono i punti più colpiti dai cambiamenti climatici. Gli effetti del riscaldamento e della perdita di ghiaccio su queste regioni, però, non sono ancora del tutto chiari.

Effetti del riscaldamento sul ghiaccio

Il lavoro mostra che i recenti cambiamenti nella biodiversità sono stati guidati da pervasive espansioni della gamma di specie verso i poli. Il gruppo di ricerca ha utilizzato le informazioni raccolte tra il 2000 e il 2019, relative a 69 specie di predatori in otto aree artiche. “Abbiamo combinato questi dati sul clima e sulla produttivita’ – spiega Alabiaper mappare le distribuzioni di habitat specifiche delle varie specie”.

Gli esperti hanno valutato le potenziali associazioni tra gli animali nel corso del periodo di indagine in ognuna delle otto aree studiate. Stando a quanto emerge dall’indagine, la ricchezza di specie è aumentata durante l’arco di tempo considerato, in parte a causa della migrazione verso nord di predatori come balene, squali e uccelli marini. I mesopredatori, come pesci e granchi, hanno mostrato un grado relativamente limitato di spostamento verso le zone piu’ settentrionali, raggiungendo i mari poco profondi della piattaforma continentale del Pacifico e dell’Atlantico.

Espansione dei predatori

Secondo i ricercatori, i cambiamenti climatici e il riscaldamento delle acque hanno favorito l’espansione dei predatori, il che potrebbe aver causato delle alterazioni nelle potenziali associazioni tra specie. La sovrapposizione degli habitat potrebbe infatti aver costretto le comunita’ marine a condividere spazi altrimenti separati.

“I nostri risultati – conclude Alabia evidenziano che i cambiamenti nel clima e nella ricchezza delle specie nell’Artico variano tra diverse grandi aree marine. Queste informazioni potrebbero essere molto rilevanti per rafforzare gli sforzi di conservazione e gestione, per un uso sostenibile delle risorse a fronte del riscaldamento nell’Artico”.

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