Un cervo è stato aggredito da un branco di lupi nei pressi di un hotel, chiuso per fine stagione, ad Auronzo di Cadore (Belluno). I dirimpettai, titolari del locale ‘Alle Tre Cime’ (di Lavaredo, ndr), hanno realizzato un video della scena, che è diventato virale sui social. Secondo gli stessi autori si tratta di un fatto normale – specie per ungulati anziani abbandonati dal branco – ma l’eccezionalità è data dal luogo, ovvero a ridosso dell’abitato della nota località turistica bellunese. Il fatto è avvenuto all’alba del 27 aprile scorso.
Dall’Excelsior dicono: “siamo tornati oggi a sistemare l’albergo dopo la chiusura e non abbiamo trovato nulla. Tutto ci è stato riferito dai nostri dirimpettai del bar che hanno fatto il video. Non sappiamo la dinamica ma per chi sta in montagna ormai sembra normale, almeno di questi tempi”. “Nulla di che – dicono dalle ‘Tre Cime’ – è successo quello che in altri tempi succedeva in quota, l’unica domanda che ci fanno è se il cervo era stato investito e quindi ferito. Ma no, stava brucando. Di strano c’è solo che fosse isolato, lasciato solo, cosa inconsueta per chi si muove generalmente in branco o è troppo giovane per rispettare le ‘regole'”. “Dal ‘palco’ delle corna certo non poteva essere giovane”, dicono gli amministratori locali.
I lupi in Veneto
I lupi sono presenti in Veneto, e in tutto il Nord-Est, da metà anni ’90. Giunti dalla ex Jugoslavia, hanno colonizzato prima la Lessinia, nel Veronese, per poi allargarsi nel bosco del Cansiglio a Belluno e progressivamente salire a quote più alte in direzione delle Dolomiti. La loro presenza, tollerata, ha portato a predazioni di animali di piccola taglia e di ungulati (cervi, camosci, ecc.) nei boschi. Non si registrano attacchi all’uomo. La situazione è monitorata dalla Forestale della Regione, dai Carabinieri forestali e da associazioni faunistiche.
Dal 2019, secondo le stime di forestali, ente parco ed esperti etologi, ci sono almeno 21 branchi presenti nel Nord-Est delle Alpi, di cui ormai una quindicina presenti nel territorio del Veneto, per una stima molto indicativa di 100-150 esemplari. La maggior parte dei branchi si è insediata fin da subito nell’area prealpina, ma alcuni di essi sono presenti in area Dolomitica – quindi ad Auronzo dove è avvenuto il fatto -, in particolare nelle zone di Arabba-Livinallongo, Pelmo-Cibiana, Agordino e nel Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi.