È un 90enne il terzo paziente dell’ospedale di Bergamo sottoposto ad un intervento di chirurgia robotica per la rimozione di un tumore allo stomaco. E il bilancio del 2022 fa registrare un vero e proprio ‘boom’, con 322 interventi effettuati con il robot (+ 60% sul 2021). Ormai sfruttato al massimo delle capacità, a Bergamo il robot ha un tasso di utilizzo che supera la soglia-limite di un intervento al giorno.
Festeggerà il suo 91° compleanno tra poche settimane il signore bergamasco sottoposto ad un intervento di gastrectomia parziale con il robot all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo per il trattamento di un tumore allo stomaco. Si tratta del terzo intervento, per questa neoplasia, effettuato con la chirurgia robotica all’ospedale di Bergamo. Sabato 18 marzo il paziente è tornato a casa. Potrà condurre una vita pressoché normale, fatta eccezione per la necessità di dover effettuare pasti più frequenti e meno abbondanti e naturalmente ai necessari controlli sulla neoplasia.
L’uomo, che è molto energico rispetto all’età anagrafica, era già stato sottoposto all’età di 80 anni ad un’operazione complessa per un aneurisma all’aorta. Consapevole dei rischi, è stato lo stesso paziente a decidere di affrontare questo secondo intervento. Il caso è stato approfondito da un team multidisciplinare composto dal chirurgo addominale, dal cardiologo, dall’oncologo e da un nutrizionista. Fondamentale è stata la valutazione anestesiologica di Mario Consuelo e Alberto Benigni, della Anestesia e Rianimazione.
La gastrectomia consiste nella resezione di una parte dello stomaco affetto da un tumore. In casi così delicati, la chirurgia mini-invasiva presenta notevoli vantaggi. Il controllo post-operatorio del dolore per il paziente è molto più semplice, anche grazie a incisioni ridotte rispetto ad un intervento tradizionale. Minore invasività significa anche una possibilità di ripresa più rapida della funzione intestinale.
L’intervento è stato effettuato mercoledì 8 marzo 2023. La scelta di fare ricorso alla piattaforma robotica e non alla laparoscopia è stata presa dall’equipe della Chirurgia generale 1 – addominale toracica, diretta da Alessandro Lucianetti. Alla consolle del robot ha operato Roberto Manfredi, coadiuvato dal chirurgo Paolo Bertoli. “La necessità è stata quella di ridurre il più possibile l’impatto operatorio ed anestesiologico sul paziente – ha spiegato Manfredi -. A farci propendere per il robot è stata soprattutto la possibilità di ridurre al minino l’impatto chirurgico. La tecnica robotica permette di conservare i benefici legati alla laparoscopia con ulteriori vantaggi quali l’ingrandimento ottico del campo operatorio e la visione tridimensionale, una maggiore precisione grazie ai sette gradi di movimento degli strumenti e alla filtrazione dei tremori della mano del chirurgo ed infine il controllo primario della telecamera”.