Dl siccità, la bozza: cabina di regia a Palazzo Chigi presieduta dal premier

Oggi l'esame del decreto legge con le misure urgenti per la prevenzione e il contrasto della siccità
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Il Consiglio dei Ministri è convocato in data odierna, alle ore 17:30, a Palazzo Chigi: lo ha reso noto un comunicato della presidenza del Consiglio. All’ordine del giorno l’esame del decreto legge con le misure urgenti per la prevenzione e il contrasto della siccità e per il potenziamento e l’adeguamento delle infrastrutture idriche e il rafforzamento della capacità amministrativa in materia di organizzazione delle pubbliche amministrazioni.

Secondo le prime informazioni, come riporta LaPresse, nella bozza del decreto siccità, oggi al vaglio del CdM, è previsto che per far fronte all’emergenza siccità a Palazzo Chigi venga istituita una “cabina di regia” presieduta dal presidente del Consiglio o, su sua delega, dal ministro delle infrastrutture e dei trasporti e composto dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, dal Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica, dal Ministro per gli affari europei, il sud, le politiche di coesione e il PNRR, dal Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, dal Ministro per la protezione civile e le politiche del mare, dal Ministro per gli affari regionali e le autonomie e dal Ministro dell’economia e delle finanze. Il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio con delega in materia di coordinamento della politica economica e di programmazione degli investimenti pubblici partecipa alle riunioni della Cabina di regia con funzioni di segretario.

Entro 30 giorni dall’entrata in vigore del provvedimento dovrà “effettuare una ricognizione delle opere e degli interventi di urgente realizzazione per far fronte nel breve termine alla crisi idrica, il cui finanziamento è assicurato anche mediante risorse oggetto di autorizzazioni di spesa non ancora impegnate o comunque altrimenti disponibili. Individua, altresì, tra le opere e gli interventi oggetto della predetta ricognizione quelle da realizzare da parte del Commissario“.

In caso di “inerzia, ritardo o difformità nella progettazione ed esecuzione degli interventi infrastrutturali e per la sicurezza del settore idrico” la cabina di regia potrà proporre l’esercizio di poteri sostitutivi. Qualora la cabina di regia “rilevi casi di dissenso, diniego, opposizione o altro atto equivalente proveniente da un organo di un ente territoriale interessato che, secondo la legislazione vigente, sia idoneo a precludere, in tutto o in parte, la realizzazione di uno degli interventi” e qualora un meccanismo di superamento del dissenso non sia già previsto, “propone al Presidente del Consiglio dei ministri di sottoporre la questione alla Conferenza unificata per concordare le iniziative da assumere, che devono essere definite entro il termine di quindici giorni dalla data di convocazione della Conferenza. Decorso tale termine, in mancanza di soluzioni condivise che consentano la sollecita realizzazione dell’intervento, il Presidente del Consiglio dei ministri propone al Consiglio dei ministri le opportune iniziative ai fini dell’esercizio dei poteri sostitutivi“.

Osservatorio distrettuale permanente sugli utilizzi idrici

Presso ciascuna Autorità di bacino distrettuale è istituito un osservatorio distrettuale permanente sugli utilizzi idrici. L’osservatorio “svolge funzioni di supporto per il governo integrato delle risorse idriche e cura la raccolta, l’aggiornamento e la diffusione dei dati relativi alla disponibilità e all’uso della risorsa nel distretto idrografico di riferimento, compresi il riuso delle acque reflue, i trasferimenti di risorsa e i volumi eventualmente derivanti dalla desalinizzazione, i fabbisogni dei vari settori d’impiego, con riferimento alle risorse superficiali e sotterranee, allo scopo di elaborare e aggiornare il quadro conoscitivo di ciascuno degli usi consentiti dalla normativa vigente, coordinandolo con il quadro conoscitivo dei piani di bacino distrettuali, anche al fine di consentire all’Autorità di bacino di esprimere pareri e formulare indirizzi per la regolamentazione dei prelievi e degli usi e delle possibili compensazioni, in funzione degli obiettivi fissati dagli strumenti di pianificazione distrettuale nonché di quelli della Strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici“.

Al fine di mitigare le ricadute negative sulle attività di produzione di energia elettrica derivanti dai persistenti periodi di crisi idrica, i concessionari di piccole derivazioni a scopo idroelettrico titolari di mutui o di finanziamenti erogati dalle banche, nonché dagli intermediari finanziari iscritti nell’albo” possono richiedere “la sospensione delle rate dei mutui o dei finanziamenti medesimi, optando per la sospensione dell’intera rata ovvero per la sospensione della sola quota capitale. La sospensione di cui al primo periodo può essere richiesta anche in relazione ai pagamenti dei canoni per contratti di locazione finanziaria aventi ad oggetto beni mobili o immobili strumentali allo svolgimento delle attività di concessionario di piccole derivazioni a scopo idroelettrico“.

Arriva il commissario per la siccità

Al fine di provvedere alla mitigazione dei danni connessi al fenomeno della scarsità idrica e di ottimizzare l’uso della risorsa idrica, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, da adottarsi entro dieci giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, previa delibera del Consiglio dei ministri, è nominato il Commissario straordinario nazionale per l’adozione di interventi urgenti connessi al fenomeno della scarsità idrica, di seguito ‘Commissario'”. Lo prevede la bozza del dl siccità. “Il Commissario resta in carica fino al 31 dicembre 2023 e può essere prorogato fino al 31 dicembre 2024”.

Il Commissario – si legge ancora – provvede, in via d’urgenza, alla realizzazione degli interventi di cui sia incaricato dalla Cabina di regia”, potendo inoltre operare “in deroga ad ogni disposizione di legge diversa da quella penale, nel rispetto della Costituzione, dei principi generali dell’ordinamento giuridico e delle disposizioni del codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, di cui al decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, nonché dei vincoli inderogabili derivanti dall’appartenenza all’Unione europea”. Tra i poteri previsti per il commissario la bozza del dl siccità prevede, tra le altre facoltà quella di acquisire “i dati relativi allo stato di severità idrica su scala nazionale”. Inoltre “acquisisce dalle autorità concedenti il censimento delle concessioni di derivazione rilasciate su tutto il territorio nazionale per usi potabili, irrigui, industriali ed idroelettrici e delle domande di concessione presentate alla data di entrata in vigore del presente decreto“. Provvede poi “alla regolazione dei volumi e delle portate derivanti dagli invasi e alla riduzione temporanea dei volumi riservati alla laminazione delle piene”.

Il commissario “verifica e svolge il monitoraggio sullo stato di attuazione del programma degli interventi indicati nei piani di ambito adottati”, “effettua una ricognizione degli invasi fuori esercizio temporaneo da finanziare nell’ambito delle risorse del fondo di cui all’articolo 4, comma 4, per favorirne il recupero in alternativa alla dismissione”. E ancora “collabora con le regioni e le supporta nell’esercizio delle relative competenze in materia”. “In caso di inerzia o ritardo nella realizzazione degli interventi e delle misure di cui al comma 3, il Commissario, anche su richiesta delle regioni, informa il Presidente del Consiglio dei ministri e assegna al soggetto inadempiente un termine per provvedere non superiore a quindici giorni. In caso di perdurante inerzia, il Presidente del Consiglio dei ministri, sentito il soggetto inadempiente, previa delibera del Consiglio dei ministri, attribuisce al Commissario il potere di adottare, in via sostitutiva, gli atti o i provvedimenti necessari ovvero di provvedere all’esecuzione dei progetti e degli interventi”.

Infine per “il Commissario può adottare in via d’urgenza, i provvedimenti motivati necessari a fronteggiare ogni situazione eccezionale correlata al fenomeno della scarsità idrica, ad esclusione delle attività di protezione civile che sono assicurate dal Servizio nazionale di protezione civile, in raccordo con il Commissario. Tali provvedimenti sono immediatamente comunicati alla Conferenza Stato-regioni e alle singole regioni su cui il provvedimento incide”.

Nella bozza è prevista anche una struttura alle dirette dipendenze del commissario per la siccità “composta da un contingente massimo di personale pari a venticinque unità, di cui cinque unità di livello dirigenziale” e altre “venti unità di personale non dirigenziale, dipendenti di pubbliche amministrazioni centrali e degli enti territoriali, previa intesa con questi ultimi, in possesso delle competenze e dei requisiti di professionalità richiesti dal Commissario straordinario per l’espletamento delle proprie funzioni”. Inoltre “la struttura può avvalersi altresì di fino ad un massimo di cinque esperti o consulenti, scelti anche tra soggetti estranei alla pubblica amministrazione”, si legge ancora.

Fondo per la sicurezza e gestione degli invasi

Viene istituito, nello stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, un fondo denominato ‘Fondo per il miglioramento della sicurezza e la gestione degli invasi’, con una dotazione allo studio, destinato alla realizzazione delle operazioni di sghiaiamento e sfangamento delle dighe. Con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, da adottare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente disposizione, sono stabiliti i criteri e le modalità per l’assegnazione delle risorse del fondo.

Piano di comunicazione per un corretto utilizzo della risorsa idrica

Nel decreto siccità, viene previsto un ‘Piano di comunicazione relativo alla crisi idrica’. “Entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri – si legge nella bozza – è approvato un piano di comunicazione volto ad assicurare un’adeguata informazione del pubblico sulla persistente situazione di crisi idrica in atto nel territorio nazionale e sulle gravi ripercussioni che tale fenomeno potrebbe determinare sul tessuto economico e sociale, nonché a garantire ai cittadini e agli operatori di settore le informazioni necessarie sul corretto utilizzo della risorsa idrica”. Il piano “è predisposto dal Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri, sentite le amministrazioni centrali coinvolte nella programmazione, progettazione ed esecuzione delle misure necessarie a fronteggiare la crisi idrica, per le parti di specifica competenza”.

Per estrazioni illecite di acqua multe fino a 50mila euro

La bozza del decreto siccità prevede che, in caso di estrazione illecita di acqua, le multe salgano da una forbice di 4.000-40.000 euro a una di 8.000-50.000 euro. Per gli inadempimenti nell’ambito delle attività di esercizio e manutenzione delle dighe, passano da 400-2.000 euro a 2.000-10.000 euro. Entro il 30 giugno di ciascun anno, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano comunicano al Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica le informazioni in merito alle violazioni accertate.

 

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