Giallo nei boschi di Caldes in Val di Sole, in Trentino, dove un uomo è stato trovato morto. Il runner eri pomeriggio era uscito per correre, ma non ha fatto rientro, facendo scattare l’allarme. Tra le ipotesi al vaglio infatti anche quella legata all’aggressione da parte di un animale selvatico. Sul posto sono presenti i carabinieri, i forestali provinciali e anche il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti assieme al dirigente della protezione civile Raffaele De Col.
Coldiretti: “circa 100 orsi in Trentino”
“Con il forte incremento della popolazione che ha portato al monitoraggio della presenza di circa 100 orsi in Trentino occorre garantire la sicurezza dei cittadini, dei turisti e degli allevamenti“: è quanto afferma la Coldiretti in riferimento alla morte del giovane runner che si sospetta sia rimasto vittima dell’aggressione da parte di un animale selvatico, probabilmente un orso, avvenuta in un bosco in Val di Sole.
“Negli ultimi anni – sottolinea la Coldiretti – si è registrato un incremento della presenza dell’orso con un aumento anche dell’areale occupato con singoli giovani maschi che sono stati segnalati fino in Piemonte, nelle zone di confine tra Tirolo e Baviera e in Friuli Venezia Giulia, secondo l’ultimo rapporto elaborato dal settore grandi carnivori del Servizio faunistico della Provincia autonoma di Trento“.
“Il caso del runner rappresenta la punta dell’iceberg di una situazione fuori controllo dove la resistenza di chi lavora e vive sul territorio – denuncia Coldiretti – è ormai al limite considerato che in Trentino in circolazione ci sono anche 26 branchi di lupi o ibridi (erano 17 nel 2020) con intrusioni nelle aziende e allevamenti. Sul territorio trentino il proliferare dei grandi predatori rappresenta un grave rischio non solo per l’incolumità delle persone ma anche per le attività economiche, dall’agricoltura al turismo. Negli ultimi anni si è reso così necessario un continuo vigilare su greggi e mandrie, al fine di proteggerle dagli attacchi poiché recinzioni e cani da pastori spesso non sono sufficienti per scongiurare il pericolo“.
“Sono necessarie misure di contenimento – evidenzia Coldiretti – per non lasciar morire i pascoli e costringere alla fuga migliaia di famiglie che da generazioni popolano le montagne ma anche i tanti giovani che faticosamente sono tornati per tutelare la biodiversità con il recupero delle storiche razze italiane. Serve dunque responsabilità nella difesa degli allevamenti, dei pastori e allevatori che – conclude Coldiretti – con coraggio continuano a presidiare i territori e a garantire la bellezza del paesaggio, contro degrado, frane e alluvioni che minacciano anche le città“.