Gas, Staffetta: consumi ai minimi storici grazie alle temperature miti

A marzo le temperature miti hanno fatto diminuire a doppia cifra i consumi italiani di gas, ai minimi storici per questo mese
MeteoWeb

A marzo le temperature miti si sono sommate a una decisa flessione del termoelettrico, che cede spazio a import e rinnovabili, oltre che a un’industria ancora debole, facendo diminuire a doppia cifra i consumi italiani di gas, ai minimi storici per questo mese. È quanto emerge dal servizio mensile su domanda e offerta gas della Staffetta Quotidiana. La pagina contiene elaborazioni sui dati di Snam Rete Gas e del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica.

In marzo le temperature decisamente più miti di un anno fa si sono sommate a una domanda industriale ancora debole e a un deciso calo del termoelettrico, che sulla rete Terna ha visto il proprio contributo eroso da import e rinnovabili. Secondo le elaborazioni della Staffetta Quotidiana sui dati di Snam Rete Gas, nel mese appena concluso l’Italia ha consumato 6.041,3 mln di mc di gas, -25,1% o oltre 2 miliardi di mc in meno che a marzo 2022 e il 15,9% in meno della media del decennio 2013-2022.

I dati di Snam Rete Gas

Analizzando la domanda per settore di consumo, il comparto civile – abitazioni, uffici, esercizi commerciali e piccola industria – servito dalle reti di distribuzione, pesa per oltre metà dal calo: più di 1 mld mc in meno a 2.959,4 mln mc, con una contrazione del 26,5% su anno e del 23% rispetto alla media decennale, in un contesto di temperature nettamente più miti, in media 2,2 gradi giorno equivalenti in meno secondo i dati Snam: 7,3 contro 9,5 per l’esattezza.

In forte flessione anche la domanda delle centrali elettriche, che hanno consumato ben il 30% in meno che nel 2022 arrivando a 1.699 mln mc, pari a circa 728 mln mc in meno rispetto a marzo dello scorso anno e -9,6% rispetto alla media del decennio 2013-22. Nell’offerta sulla rete Terna il termoelettrico ha ceduto spazio sia all’import (+22% circa) che alle rinnovabili (+12%), in deciso recupero nonostante consumi elettrici complessivamente in calo (-5% circa secondo i dati preliminari). Non dà segni di ripresa infine neppure l’industria direttamente allacciata alla rete di trasporto, che ha segnato una flessione del 10,9% o di circa 128 mln mc a 1.046,7 mln mc, che si somma al -10,3% già visto a marzo 2022 sullo stesso mese dell’anno prima. La contrazione rispetto alla media del decennio 2013-22 è del 15%.

Le fonti

Come già visto, il meccanismo del controflusso ha contribuito a mantenere in immissione netta il saldo per quasi tutta la seconda metà del mese. In calo del 6,8% la produzione a 243,6 mln mc (-46,2% sulla media decennale). A livello di singole fonti, l’Algeria resta saldamente in testa con 2.047,7 mln mc, in aumento del 5,9%, seguono il Gnl dai tre terminali nazionali con 1.522,7 mln mc (+41,8%), l’Azerbaigian (-0,2% a 859,7 mln mc), il Nord Europa (+117,4% a 520 mln mc) e la Libia (+67,4% a 271,4 mln mc). La Russia, quasi azzerata (-88,2%), scivola così all’ultimo posto con 239,2 mln mc entrati a Tarvisio.

A livello cumulato, le importazioni nel primo trimestre diminuiscono di un 13,1% 15.692,3 mln mc (-4,7% sulla media del decennio), la produzione nazionale diminuisce di un 5,1% a 727,1 mln mc (-45,1% sul decennio) mentre le erogazioni nette dagli stoccaggi nell’intera stagione novembre-marzo diminuiscono complessivamente di un 38,3% a 6.686,3 mln mc, un 26,2% anche della media decennale. Il contenimento dei prelievi ha consentito tagliare il traguardo del 31 marzo, fine convenzionale della stazione delle erogazioni, con le scorte piene al 58,2%.

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