Rapporto dell’Autorità di bacino dell’Appennino centrale: “siccità amplificata anche da altri problemi” | DATI

Siccità: -50 miliardi di metri cubi di acqua nel 2022 e -64% di neve sulle Alpi sono alcuni dati emersi dal convegno promosso dall'Abdac
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“Il 2022 segna l’estate più calda mai registrata e il secondo anno più caldo dopo il 2020” e per l’Italia, l’anno più caldo e più arido dal 1800 con un -46% di precipitazione cumulata da inizio anno a fine luglio rispetto al trentennio 1991-2020, tanto che “mancano all’appello oltre 50 miliardi di metri cubi d’acqua. Sono questi alcuni dei dati emersi oggi nel corso del convegno promosso dall’Abdac, l’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino centrale, sulla “Gestione delle risorse idriche e difesa del territorio, la sfida della digitalizzazione” che si è tenuto a Roma all’Acquario Romano.

Tuttavia, “oggi, grazie ai notevoli progressi nei campi del telerilevamento terrestre e satellitare, del Gis, del Bim, dell’High Performance Computing e dell’intelligenza artificiale, e possibile sviluppare repliche digitali interattive (Digital Twins) estremamente accurate del territorio in grado di monitorare, analizzare, simulare e prevedere l’interazione tra fenomeni naturali (parametri climatici, dati idrogeologici, ecc.) e attività umane (uso del suolo, consumi idrici)“. Ad affermarlo è Marco Casini, Direttore generale dell’Agenzia per l’Italia digitale (AgiD), nell’introdurre i lavori della mattinata. Ciò comporta, ha proseguito Casini, che “le nuove sfide imposte dai cambiamenti climatici richiedono, non solo la messa in campo di interventi strutturali, ma anche un profondo rinnovamento degli strumenti e dei metodi per l’acquisizione e l’analisi dei dati, al fine di poter disporre di un quadro conoscitivo completo e continuamente aggiornato grazie ad un sistema avanzato ed integrato di monitoraggio e previsione (Pnrr Missione 2) che consenta di mettere in atto azioni efficaci per la gestione delle risorse idriche e la difesa del territorio”.

Ed è in questo quadro, in linea con il Green Deal e la Strategia Digitale della Commissione Europea, con gli obiettivi del PNRR e del PNR, con le linee programmatiche del Mase e con il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti cimatici (PNAC), che “l’Autorità di Bacino distrettuale dell’Appennino centrale ha raccolto questa sfida e ha avviato con i progetti ReStart, WebGIS e Digital Twin di distretto, un importante percorso incentrato sull’innovazione digitale, la ricerca e la comunicazione con l’obiettivo di definire e programmare adeguati interventi per la difesa del suolo e per una più efficiente gestione delle risorse idriche”.

Siccità: -64% il deficit di neve sulle Alpi

Il caldo e la siccità hanno contribuito ad un deficit del 64% di neve sulle Alpi ad aprile rispetto alla media degli ultimi 12 anni, è emerso ancora dal convegno. La conseguenza diretta è un -40% della produzione di energia idroelettrica nel 2022 mentre nel frattempo ammontano a 6 miliardi di euro i danni provocati dal maltempo e dalla siccità in Italia nel 2022.

Siccità amplificata da altri problemi

Nel convegno, è stato ricordato che non c’è solo un problema di siccità in Italia. Infatti, gli effetti dei cambiamenti del clima sono amplificati dalle condizioni in cui si trovano le infrastrutture e i servizi idrici, dalla mancata programmazione sul territorio tra domanda e offerta, dalle modalità di gestione e utilizzo dell’acqua e dai comportamenti e dalle abitudini individuali che fanno sì che si abbia poca attenzione all’uso che si fa dell’acqua, sprecandone troppa. Ammonta infatti al 42,2% la percentuale di perdite della rete idrica contro una media europea del 10%; all’11% la percentuale di acqua piovana raccolta a fronte di una media europea di oltre il 25%; al 5% la percentuale di acque reflue depurate riutilizzate in agricoltura; infine, a 40 milioni di metri cubi la quantità d’acqua desalinizzata a fronte di oltre 6Mld della Spagna.

Gli investimenti

A 3,9 miliardi di euro ammontano gli investimenti nelle infrastrutture idriche: 2,9 miliardi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), finalizzati a potenziare e migliorare l’efficienza del sistema idrico nazionale e fare fronte agli effetti della crisi climatica (il 60% pari a circa 2,3 miliardi di euro, è destinato alle regioni del Mezzogiorno), così distribuiti: 44% degli interventi riguarda il potenziamento delle infrastrutture (991 milioni); 41% l’adeguamento delle infrastrutture esistenti (779 milioni); 10% l’adeguamento sismico e la messa in sicurezza delle infrastrutture (121 milioni); 5% prevede la realizzazione o il potenziamento del volume degli invasi (108 milioni). Il 38,4% delle risorse è destinato a progetti per l’utilizzo potabile della risorsa idrica, con la realizzazione di 1.282 km di infrastrutture, di cui 975 per nuove condotte. Il restante 61,6% è destinato all’utilizzo irriguo o misto, con un’incidenza sulle superfici irrigue interessate pari a circa il 15% del totale nazionale. Ulteriori 900 milioni sono destinati a progetti per il potenziamento della rete di distribuzione idrica, con l’obiettivo di ridurre le perdite e aumentarne l’efficienza.

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