Resistenza agli antibiotici più potenti: creati reti microscopiche per intrappolare e uccidere i batteri nel corpo

I ricercatori hanno utilizzato con successo "nano-reti", costituite da molecole note come peptidi antimicrobici, per intrappolare e uccidere batteri nel corpo
MeteoWeb

La multi-resistenza di batteri ad antibiotici molto potenti sta richiamando l’attenzione di scienziati di tutto il mondo. Per prevenire il peggioramento di questa “pandemia silenziosa”, un team di ricercatori di Singapore ha adottato una metodologia innovativa: utilizzare reti microscopiche per intrappolare e uccidere i batteri nel corpo. I ricercatori hanno utilizzato con successo queste “nano-reti”, che sono costituite da molecole note come peptidi antimicrobici (AMP), per affrontare E. coli e S. aureus nei test di laboratorio. Questi batteri causano rispettivamente intossicazione alimentare e foruncoli e si è scoperto che sono resistenti anche agli antibiotici più potenti oggi disponibili.

Ricreare sinteticamente queste nano-reti per intrappolare e uccidere i batteri resistenti agli antibiotici non è una novità, ma il lavoro del team ha contribuito a far progredire il campo, ha affermato la Professoressa associata Rachel Ee del Dipartimento di farmacia dell’Università nazionale di Singapore, che ha co-diretto il team con il suo collega dello stesso Dipartimento, il Professore associato Rajamani Lakshminarayanan. “Nei precedenti tentativi di formare nano-reti sintetiche dagli AMP per intrappolare e uccidere i batteri, gli AMP potevano formare solo fili di molecole brevi e sconnessi, che non potevano intrecciarsi molto bene con i batteri”, ha affermato. “Modificando le composizioni chimiche degli AMP precedentemente utilizzati, i peptidi del nostro team potrebbero autoassemblarsi in nano-reti estese e reticolate, che sono più adatte per intrappolare fisicamente e immobilizzare le cellule batteriche. Il professore associato Surajit Bhattacharyya della School of Biological Sciences della Nanyang Technological University, che non è stato coinvolto nello studio, ha affermato che la nuova modalità di uccisione delle cellule batteriche del team di Singapore amplia l’orizzonte per lo sviluppo di nuovi antimicrobici, che è “estremamente necessario”.

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