A Roma mediamente si contano 100 voragini l’anno, anche se nel 2022 “a causa della siccita’ e alla mancanza di piogge il numero delle voragini e’ stato un po’ piu’ contenuto. Pero’ negli ultimi vent’anni abbiamo una media di cento voragini, qualche anno superano le cento, altre volte sono al di sotto”, dice in questa intervista all’AGI Stefania Nisio, dirigente tecnologo dell’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione ambientale. Lo squarcio nell’asfalto largo circa 10 metri quadrati e profondo 5 che si e’ aperto in via Giannetto Valli, nel Municipio XI della Capitale, e che non ha provocato fortunatamente alcun ferito e non ha coinvolto auto in transito sarebbe stato causato dalla rottura di una tubazione dell’Acea che ha reso necessaria la sospensione dell’erogazione dell’acqua nella zona.
“Facendo gli studi di suscettibilita’ il Municipio XI, in cui e’ avvenuta la voragine di ieri, risulterebbe quello a piu’ elevata suscettibilita’ . Ci sono molte cavita’ sotterranee dovute proprio alla escavazione del sottosuolo per realizzare materiali da costruzione, quindi per estrarre il tufo e realizzare poi i mattoni e i manufatti. Sin dall’epoca romana, Roma e’ stata sfruttata dapprima nelle periferie poi si e’ costruito anche nelle periferie e pertanto molte abitazioni risultano costruite proprio sopra questi vuoti. E’ appunto il caso della zona della voragine di ieri, che e’ via Giannetto Valli, zona particolarmente famosa per questa problematica”.
“Proprio due giorni fa di questa problematica si e’ parlato perche’ e’ scomparsa una catacomba, che manca ancora all’appello. Dovrebbe giacere sotto il suolo urbanizzato e la zona possibile dove dovrebbe trovarsi la catacomba e’ proprio quella tra via dei Grottoni e via Giannetto Valli. Questo attesta che una zona e’ particolarmente sfruttata per il sottosuolo. Molte abitazioni sono state costruite in passato senza fare studi del sottosuolo, quindi senza accertare che vi fossero dei vuoti. Cosi’ come anche sotto le strade. Spesso troviamo dei vuoti perche’ anticamente non si costruiva facendo proprio tutte le indagini che adesso sono necessarie, anche per legge”.
Altri quartieri a rischio oltre alla zona Portuense
“Sono quelli della Roma Est, quindi il Municipio V, la zona tra Tiburtina e Prenestina-Casilina e’ particolarmente sfruttata, era zona di cava, quindi abbiamo quel quadrante che e’ in se’ molto sensibile. Poi c’e’ anche l’Appio Tuscolano, dove pure li veniva estratto il tufo. Meno sensibili a quest’aspetto risultano i quartieri ad Ovest e Nord-Ovest della capitale dove anche geologicamente non affiora tutta questa quantita’ di tufo che invece risulta nel quadrante Est e Sud-Est”.
“Ancora non si possono prevedere le voragini future in un qualche modo . Nel senso che dai dati che abbiamo possiamo individuare, un po’ come macchie rosse su una cartina, le aree che sono piu’ sensibili. Pero’ non possiamo dire quando nel futuro si creera’ una voragine ed esattamente dove. Stanno tarando dei sistemi da satellite, perche’ con il satellite possiamo registrare gli abbassamenti del suolo. Ma la zona di Roma risulta particolare perche’ nel mezzo c’e’ il Tevere e dove si trova il fiume ci sono cedimenti dovuti proprio alla fascia alluvionale del corso d’acqua.”
“Quindi, escludendo quella fascia, abbiamo individuato delle zone in cui si riscontrano degli abbassamenti sensibili del suolo. Questa e’ l’unica cosa che si puo’ fare, ma al momento si stanno ancora testando questi metodi per capire. Non si possono fare ancora calcoli in termini di ore o nell’arco del tempo, ma si possono individuare all’interno di un anno o piu’ – oppure di una serie storica – quali sono le zone in abbassamento.”.