L’Institut Català de Paleoecologia Humana i Evolució Social (Iphes) ha reso nota una recente scoperta. Si tratta di oltre un centinaio di incisioni preistoriche, uniche perché insolite e per l’ottimo stato di conservazione, rilevate in una piccola grotta del sistema carsico de la Cueva de la Vila in Spagna, nel municipio di Febró. Questa grotta era stata scavata negli anni Quaranta da Salvador Vilaseca Anguera (1896-1975) ma si era persa l’ubicazione.
La scoperta è stata effettuata da Julio Serrano, Montserrat Roca e Francesc Rubinat, con il coordinamento di Josep Vallverdú e con la collaborazione di Ramon Viñas, esperto di arte rupestre. E’ sicuramente una delle migliori composizioni di arte schematica astratta postpaleolitica sotterranea dell’intero arco mediterraneo.
Il simbolismo di questa scoperta archeologica
Una delle pareti presenta una serie di incisioni, lunga circa 8 metri, composta da diverse figure, ognuna con il suo significato e il suo simbolismo. Come ha dichiarato Viñas a Il Giornale dell’Arte, “questa composizione è assolutamente insolita e indica la cosmovisione delle popolazioni del territorio durante il processo di neolitizzazione“. Le incisioni sono eccezionali perché rifletterebbero la visione del mondo delle società agricole e zootecniche che li hanno dipinti.
Questa composizione artistica antichissima è stata realizzata con rudimentali strumenti di pietra o legno e direttamente con le dita e raffigura quadrupedi, linee, reticolati e anche una composizione che ricorda un idolo.
Lo stile è omogeneo e presenta poche ma nette sovrapposizioni. I lavori dell’équipe dell’Iphes sono mirati a preservare il sito dalla situazione climatica. Incerta ad oggi l’età delle incisioni, pertanto gli esperti stanno lavorando per definirla mediante la luminescenza UV-Vis e la datazione al radiocarbonio.