Tracce di batterio E. coli in quasi metà della carne dei supermercati

Trovate tracce del batterio E. coli multiresistente nel 49% dei campioni di carne del supermercato analizzati in Spagna
MeteoWeb

Trovate tracce del batterio E. coli multiresistente nel 49% dei campioni di carne del supermercato analizzati in uno studio condotto all’Università di Santiago de Compostela-Lugo in Spagna, anche ceppi in grado di provocare gravi infezioni nelle persone. Lo studio sarà presentato al Congresso europeo di microbiologia clinica e malattie infettive (ECCMID 2023) che si apre domani a Copenaghen. La resistenza agli antibiotici sta raggiungendo livelli pericolosamente elevati in tutto il mondo. Si stima che le infezioni resistenti ai farmaci uccidano 700.000 persone all’anno nel mondo e che, se non si interviene, si arriverà a 10 milioni entro il 2050.

I batteri multifarmaco-resistenti possono diffondersi dagli animali all’uomo attraverso la catena alimentare. Gli esperti hanno progettato una serie di esperimenti per valutare i livelli di Enterobacteriaceae patogene multifarmaco e Klebsiella pneumoniae, E. coli e altri batteri che possono causare infezioni multifarmaco-resistenti come sepsi o infezioni del tratto urinario nella carne in vendita nei supermercati spagnoli. Sono stati analizzati 100 prodotti a base di carne di pollo, tacchino, manzo e maiale scelti a caso dai supermercati di Oviedo nel corso del 2020.

Livelli di E.coli nei limiti della sicurezza alimentare

La maggior parte (73%) dei prodotti conteneva livelli di E. coli che rientravano nei limiti di sicurezza alimentare. Tuttavia, quasi la metà (49%) conteneva E. coli multiresistenti e/o potenzialmente patogeni. Quaranta dei 100 prodotti analizzati contenevano E. coli multiresistenti (inclusi E. coli resistenti alla maggior parte degli antibiotici tra cui penicilline, cefalosporine e il monobactam aztreonam). Il 27% dei prodotti conteneva

E. coli extraintestinali potenzialmente patogeni, in grado di causare malattie al di fuori del tratto gastrointestinale (infezioni del tratto urinario, una delle principali cause di sepsi negli adulti e la seconda causa più comune di meningite neonatale). Il 6% dei prodotti conteneva E. coli uropatogeni. L’1% dei prodotti conteneva addirittura E. coli con il gene mcr-1, resistente a un antibiotico utilizzato come ultima chance per trattare le infezioni causate da batteri resistenti a tutti gli altri antibiotici. La ricerca dimostra che i consumatori possono essere esposti a questi batteri attraverso tutta la carne, sia pollo sia bovina e suina.

Condividi