Trentino, tavolo tecnico al Mase: verso piano strategico per la gestione degli orsi

Confronto voluto dal Ministero sarà il metodo per le tematiche della biodiversità e ambientali
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Un piano strategico per la gestione degli orsi e di tutti gli animali selvatici: è una delle novità emerse dal tavolo di confronto tecnico sulla gestione degli orsi in Trentino, che si è svolto questa mattina al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Nell’audizione odierna sono state coinvolte le associazioni di protezione animale.

La task force del MASE, in accordo con le indicazioni fornite dalle associazioni, si è resa disponibile allo studio di un piano strategico per la gestione dei plantigradi, e in generale per la convivenza con gli animali selvatici, da definire sulla base delle necessarie valutazioni scientifiche.

Le associazioni si sono impegnate a far pervenire in breve tempo i contributi tecnici che saranno presi in considerazione nell’elaborazione della strategia. Il confronto con le associazioni, voluto dal Ministro Pichetto e dal Sottosegretario Barbaro, sarà il metodo che il MASE adotterà per le tematiche della biodiversità e più in generale ambientali.

Oipa in audizione al Ministero: “soddisfatti, ora si volti pagina sulla gestione”

L’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) è stata ascoltata stamattina al Ministero dell’Ambiente per discutere dell’”emergenza plantigradi in Trentino”. L’associazione era rappresentata da Alessandro Piacenza (responsabile Fauna selvatica) e Claudia Taccani (avvocato responsabile dell’Ufficio legale).

L’Oipa, come anticipato nel corso della riunione, invierà a breve le proprie osservazioni e analisi, redatte anche sulla base delle informazioni e delle proposte dei propri delegati trentini, in vista della messa punto del Piano strategico per la gestione degli orsi e di tutti gli animali selvatici che il Ministero ha intenzione di realizzare in tempi brevi attraverso una propria task force.

Siamo molto soddisfatti dell’incontro di oggi”, dichiara l’Oipa. “Il tema della convivenza con gli animali selvatici è cruciale e noi contribuiremo a questo fondamentale lavoro sulla base di valutazioni scientifiche, com’è giusto che sia. Abbiamo trovato nei rappresentanti del Ministero una sponda motivata e interessata alla tutela della fauna e in particolare dei grandi carnivori, sinora malgestiti della Provincia autonoma di Trento, come le tristi cronache attestano”.

“È ora di voltare pagina”, dichiara l’Oipa, “e auspichiamo che questo incontro sia solo il primo nell’ambito di un’interlocuzione necessaria che rappresenti gli interessi degli animali selvatici. Le associazioni a tutela degli animali, e i selvatici sono un “bene demaniale”, rappresentano interessi diffusi in capo a tutta la collettività. E la Procura della Corte dei Conti, secondo una testata trentina, avrebbe aperto un’inchiesta sulla gestione degli esemplari negli ultimi anni e sulle modalità di gestione dei plantigradi da parte dalla Provincia di Trento. Finora il presidente della Provincia di Trento Fugatti, troppo preso a compiacere una minoranza che rappresenta il suo bacino elettorale, sembra essersi mosso con estrema “disattenzione”. Il risultato è stata un’inefficiente armonizzazione delle istanze della comunità con il compito di tutela della fauna che è in capo a qualsiasi amministratore”.

Che l’opinione pubblica sia dalla parte degli orsi lo testimonia il sondaggio Swg che proprio oggi attesta che per il 64% non è giusto abbattere JJ4, l’orsa attualmente al Casteller di Trento a seguito della morte di Andrea Papi. È ora di aprire un nuovo capitolo, etico e scientifico, a difesa anche della vita della fauna selvatica. Gli strumenti ci sono, basta applicarli. Tra questi, i corridoi ecologici che consentano una naturale dispersione degli esemplari, una capillare raccolta dei rifiuti tramite cassonetti anti-orso, una corretta informazione e comunicazione alla popolazione, residente e non, un serio monitoraggio in tempo reale tramite radiocollari. Forniremo tutte le indicazioni nel dettaglio. Da anni auspichiamo un cambio di passo nella politica di gestione del Life Ursus, ma sinora la nostra è stata una voce nel deserto“, conclude l’Oipa.

Brambilla: “no abbattimenti e trasferimenti, restituire la gestione agli esperti”

Abbattimento e trasferimento di massa degli orsi non sono soluzioni. È un bene che il Ministero dell’Ambiente intervenga a gamba tesa. La gestione dei plantigradi dev’essere sottratta alla politica locale e riconsegnata agli esperti con la regia del ministero, che deve dare linee di indirizzo precise, e con un ruolo più incisivo dell’Ispra”. Lo ha chiesto l’on. Michela Vittoria Brambilla, Presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, audita questa mattina al Ministero dell’Ambiente nell’ambito del “tavolo tecnico” sugli orsi del Trentino, aperto dal Ministro Gilberto Pichetto Fratin e presieduto dal sottosegretario Claudio Barbaro.

Pensare di abbattere o trasferire gli orsi in massa – spiega la parlamentare – sarebbe, oltre che assurdo e impraticabile, la completa negazione del percorso compiuto finora e del successo ottenuto da “Life Ursus” nell’operazione di ripopolamento. Semmai occorre creare le condizioni per la migliore convivenza tra uomo ed orso nel Trentino e la dispersione degli animali in tutto l’Arco alpino come da progetto originario. A questo scopo sono essenziali le creazione di corridoi faunistici (per i quali, durante la discussione della legge di bilancio, l’Intergruppo parlamentare per i Diritti degli Animali e la Tutela dell’Ambiente aveva chiesto, con un emendamento a mia prima firma, 12 milioni, purtroppo invano), l’identificazione e il monitoraggio degli orsi, sistemi adeguati di controllo delle nascite, rapida introduzione o potenziamento di mezzi dissuasivi e di prevenzione (come l’installazione di cassonetti anti-orso), informazione puntuale e aggiornata alla popolazione e ai turisti”.

L’on. Brambilla ha sottolineato l’esigenza di rafforzare il ruolo del Ministero e dell’Ispra. “È vero – ricorda – che quella di Trento è una Provincia autonoma, ma in fin dei conti il responsabile di fronte alla Commissione europea e alla comunità internazionale è il governo italiano. Bene dunque che l’esecutivo entri a gamba tesa sulla gestione di questi animali. Più in generale – conclude il Presidente di LEIDAA – deve cessare l’atteggiamento di “guerra alla fauna selvatica” per applicare in maniera corretta, con metodi non cruenti, il concetto-cardine di convivenza”.

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