Nuovi studi confermano: il telescopio Webb ha trovato le più antiche galassie conosciute

Sono state catturate  le immagini delle galassie più antiche mai viste
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Due studi pubblicati su Nature Astronomy confermano una importante scoperta del telescopio spaziale James Webb. Sono state catturate  le immagini delle galassie più antiche mai viste: sono 4 e la loro “data di nascita” è stata confermata solo ora. Risalgono all’epoca in cui l’universo era giovanissimo, aveva cioè un’età compresa tra 300 e 500 milioni di anni, vale a dire circa il 2% della sua età attuale. Le 4 galassie erano quindi giovanissime e in piena formazione.

Grazie ai dati del James Webb Space Telescope, la ricerca firmata da Emma Curtis-Lake, dell’Università dell’Hertfordshire, e dall’italiano Stefano Carniani, della Scuola Normale Superiore di Pisa, è stato confermato che quelle osservate appartenevano alle prime generazioni di galassie, ancora povere di elementi complessi, come carbonio, ossigeno e azoto.

Era fondamentale dimostrare che queste galassie erano davvero presenti nell’universo primordiale. È molto probabile che galassie più vicine si travestano da galassie molto distanti,” ha affermato Emma Curtis-Lake. “Vedere lo spettro rivelato come speravamo, confermando che queste galassie si trovano al vero limite della nostra vista, alcune più lontane di quanto Hubble potesse vedere! È un risultato tremendamente emozionante“.

La scoperta conferma la capacità di JWST di svolgere uno dei suoi compiti più importanti: studiare l’universo primordiale attraverso la luce che ha viaggiato per così tanto tempo che l’espansione dell’universo ha allungato la sua lunghezza d’onda. Questo allungamento della luce è chiamato redshift: più a lungo viaggia la luce, più l’espansione dell’universo sposta la sua luce verso l’estremità rossa dello spettro elettromagnetico. Ciò significa che il redshift può essere utilizzato come misura della distanza e che le prime galassie dovrebbero avere una luce che mostri spostamenti verso il rosso estremi, con la loro luce estesa fino alla gamma dell’infrarosso, la specialità di JWST.

Finora, l’osservatorio da 10 miliardi di dollari ha identificato diverse galassie candidate con redshift estremamente elevato, ma queste osservazioni devono essere confermate utilizzando la spettroscopia.

L’analisi dei ricercatori ha permesso loro di stabilire che le 4 galassie designate JADES-GS-z10–0, JADES-GS-z11–0, JADES-GS-z12–0 e JADES-GS-z13–0 hanno effettivamente spostamenti verso il rosso estremi, da 10,3 a 13,2. JADES sta per “JWST Advanced Deep Extragalactic Survey.

Un’altra ricerca, di Brant Robertson, dell’Università della California a Santa Cruz, e dello svizzero Sandro Tacchella, dell’Università di Cambridge, ha fornito altre caratteristiche delle 4 galassie, tra cui le dimensioni.

La conferma del telescopio Webb

“Le galassie erano state individuate in dicembre e adesso arriva una conferma importante”, dice Carniani all’ANSA. “I modelli avevano previsto galassie così antiche, ma solo adesso per la prima volta iniziamo a studiare le loro proprietà“. Per esempio, prosegue, “ora sappiamo che erano più piccole e oltre 50 volte più compatte della Via Lattea e che al loro interno si stava formando un numero di stelle per anno simile a quello della nostra galassia”. Per la prima volta, cioè, queste osservazioni ci dicono “come si stanno formando le prime galassie. In questo snapshot delle prime galassie vediamo un’immagine dell’universo antico, che ci dice come si stavano evolvendo”. Per il futuro, dice ancora Carniani, “l’idea è trovare galassie ancora più antiche, che ci mostrino fasi dello sviluppo precedenti rispetto a quelle osservate“.

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