Il 20 maggio 2012 alle ore 04:03 italiane, un terremoto di magnitudo Mw 5.8 provocava danni considerevoli in una vasta area tra le province di Modena, Mantova, Ferrara e zone adiacenti, dando l’avvio a una sequenza sismica molto lunga e con oltre 3000 repliche (aftershocks). Oltre al forte evento del 29 maggio alle ore 9:00 italiane di magnitudo Mw 5.6, che causò ulteriori crolli e vittime, si contarono altri 6 terremoti di magnitudo pari o superiore a 5 e, in totale, 24 eventi sismici di magnitudo compresa tra 4.0 e 4.9 e circa 230 di magnitudo compresa tra 3.0 e 3.9.
Il primo mese della sequenza della Pianura Padana Emiliana. In blu gli eventi tra il 19 e il 29 maggio 2012, in rosso dal 29 maggio fino al 19 giugno 2012. Il terremoto del 20 maggio 2012 alle ore 4:03 italiane ha avuto magnitudo momento Mw 5.8 e magnitudo locale ML 5.9 e l’evento del 29 maggio alle ore 9:00 italiane ha avuto magnitudo momento Mw 5.6 e magnitudo locale ML 5.8.
Il terremoto, si spiega sul blog INGVterremoti, “fu per molti, tra i non addetti ai lavori, una “sorpresa” in quanto non si ricordavano eventi recenti di quella magnitudo. Inoltre, il fatto di essere avvenuto in pianura costituì un altro elemento di anomalia, poiché si riteneva che solo in zone montuose potessero esserci faglie attive in grado di generare forti terremoti. Entrambe le considerazioni erano frutto di una scarsa conoscenza della storia e della geologia.” Proprio per questo motivo, dopo il 20 maggio del 2012 prese vita il blog ingvterremoti.wordpress.com, “con il quale abbiamo tentato – spiegano gli esperti INGV – per quella sequenza e per tanti altri terremoti che sono seguiti, di fornire informazioni rapide e puntuali, approfondimenti scientifici su terremoti, maremoti, attività di ricerca, curiosità e altro ancora. Per la sola sequenza nella Pianura Padana Emiliana e gli studi ad essa correlati sono stati pubblicati oltre 100 articoli (facilmente recuperabili effettuando una ricerca con la chiave “Pianura Padana Emiliana”). A testimonianza della funzione informativa che ha svolto durante la sequenza emiliana, il blog è stato visitato da più di 880.000 persone in un solo giorno, subito dopo una delle repliche più forti, quella del 3 giugno 2012, che fu ben avvertita in un’area vastissima del nord Italia.”
Sorgenti Sismogenetiche Individuali (ISS) e Sorgenti Sismogenetiche Composite (CSS) della Pianura Padana (rappresentate rispettivamente con rettangoli neri e fasce rosse; per le definizioni si vedano Basili et al., 2008; DISS v. 3.2 http://diss.rm.ingv.it/diss/). Le anomalie della rete di drenaggio sono evidenziate in tratteggio bianco. SAMF: fronte montuoso delle Alpi Meridionali; SAOA: arco esterno delle Alpi Meridionali; GS: Sistema delle Giudicarie; SVL: Schio-Vicenza; PTF: fronte pedeappenninico; EA: arco Emiliano; FRA: arco Ferrarese-Romagnolo.
“In questo post riassumiamo, attraverso alcuni dei post più significativi, le conoscenze sul terremoto del 2012, partendo dal primo articolo del 20 maggio 2012, che fu seguito nella stessa giornata da numerosi aggiornamenti. Nell’articolo, pubblicato due anni dopo il terremoto, i ricercatori INGV rispondono a 10 domande ricorrenti sul terremoti, sulla storia, la geologia, la pericolosità dell’area e molto altro.
Una delle polemiche che hanno seguito il terremoto del 2012 riguardò la presunta “sottostima” della pericolosità dell’area.”
“Nei mesi successivi ai terremoti di maggio, alcuni ricercatori dell’INGV, in collaborazione con colleghi di altre amministrazione, avevano effettuato numerosi incontri con la popolazione, allo scopo di spiegare i fenomeni e informare correttamente e direttamente i cittadini.
Le squadre di rilevamento del danno, Gruppo Operativo QUEST, hanno prodotto diversi rapporti sulla situazione post-evento del 20 e del 29 maggio.
Uno degli elementi di maggiore interesse fu la “scoperta” di strutture geologiche attive al di sotto della coltre dei sedimenti della Pianura Padana. ”
“Il tipo di movimento delle faglie attive è stato studiato con varie tecniche, tra cui quelle sismologiche classiche, che hanno permesso di ricostruire la struttura attiva e i movimenti delle faglie sepolte. Un altro approfondimento significativo e doveroso, vista la memoria corta della maggior parte dell’opinione pubblica all’indomani del terremoto del 2012, riguardò la storia sismica dell’area. Uno dei fenomeni più eclatanti dei terremoti del 2012 furono gli estesi fenomeni di liquefazione del terreno osservati in molte località. Squadre di geologi esperti del Gruppo Operativo EMERGEO, mapparono tutta l’area e produssero diversi rapporti sul fenomeno.“