Il 9 maggio 1978 veniva ucciso Peppino Impastato

Il 9 maggio 1978 Peppino Impastato, giornalista e attivista, simbolo della lotta alla Mafia, veniva ucciso da Cosa Nostra
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Il 9 maggio 1978 veniva ucciso da Cosa Nostra Peppino Impastato, giornalista e attivista, simbolo della lotta alla Mafia. Impastato ha sfidato il boss di Cinisi, Gaetano Badalamenti, nelle sue trasmissioni di Radio Aut con monologhi satirici e attacchi che gli sono costati la vita. La sua lotta Cosa Nostra è cominciata prima, con una ribellione contro la sua stessa famiglia, ben inserita negli ambienti mafiosi locali.

Peppino Impastato si candida alle elezioni comunali del 1978 nella lista di Democrazia proletaria, ma poco prima del voto viene trovato morto, ucciso da una carica di tritolo messa sui binari: viene inscenato un attentato terroristico di Impastato stesso o un suicidio, ma i compagni di lotta denunciano da subito l’omicidio, accertato dalla giustizia solo anni dopo. Quando dopo qualche giorno si tennero le elezioni, i cittadini di Cinisi scrissero il suo nome, riuscendo ad eleggerlo, simbolicamente, al Consiglio comunale.
Grazie alle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia viene confermata la matrice mafiosa del delitto di Peppino Impastato e che i mandanti dell’omicidio sono Gaetano Badalamenti e il suo vice Vito Palazzolo: il primo è stato condannato all’ergastolo nel 2002, il secondo a trent’anni nel 2001.

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