“Credo e spero che ci sia la consapevolezza che l’Emilia-Romagna dall’1 al 3 maggio si è misurata con un evento meteo difficile ed estremamente importante, che ha interessato in modo maggiore le province di Ravenna, Forlì-Cesena, Bologna e Modena“: è quanto ha affermato il vice presidente della Regione Emilia-Romagna, con delega alla Protezione Civile, Irene Priolo nel corso della seduta dell’Assemblea legislativa regionale. Si è trattato di “un evento straordinario, ma è oramai evidente che eventi estremi di diversa natura diventano sempre più frequenti e anche parlare di eccezionalità, se non ci fermiamo, come stiamo correttamente facendo, ad analizzarne meglio le caratteristiche, diventa pleonastico, vacuo e anche poco credibile“.
Nei primi giorni di maggio sono cadute le piogge più intense in primavera dal 1961, “all’inizio della serie storica“. Con quelle piogge 23 corsi d’acqua hanno fatto registrare 138 superamenti delle soglie 2 e 4, mentre 14 fiumi, “fatto inedito“, hanno superato le soglie di allarme in diversi tratti. Sono state registrate 140 frane importanti, oltre ad almeno 100 dissesti secondari.
C’è già “almeno un miliardo di euro” di danni per il maltempo della scorsa settimana, e l’emergenza non è finita ha ricordato Priolo, per cui è “necessario un decreto legge che ci consenta di affrontare l’emergenza con strumenti più agili“. In considerazione poi delle previsioni meteo, Priolo ha annunciato che si è pronti ad evacuazioni anche preventive dei cittadini a rischio.
Al suo ritorno dal Sud America – anticipa Priolo – il Presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini chiederà un incontro al Premier Giorgia Meloni per chiedere un decreto legge ad hoc per i danni da maltempo. Un decreto legge permetterebbe di dare risarcimenti in una sola tranche e di farlo con “tempistiche più coerenti con la sofferenza delle popolazioni”, afferma. “Una legge speciale come per le Marche è necessaria – ha detto in aula Priolo – perché in particolare la montagna richiederà uno sforzo senza precedenti. Ci servono molte risorse per cominciare subito un lavoro di grande ricostruzione“.
Per quanto riguarda le nuove evacuazioni “anche preventive” annunciate in vista del nuovo peggioramento di domani, Priolo spiega che sono legate soprattutto all’evoluzione delle frane in Appennino. Quindi “non abbiamo numeri certi, abbiamo areali che possono essere coinvolti. Le nostre preoccupazioni sono per la fessurazione delle frane in montagna perché ci può essere un peggioramento degli scivolamenti”.
I dettagli delle criticità in Emilia Romagna
L’alluvione della scorsa settimana – ha spiegato Priolo – ha generato l’esondazione di 23 corsi d’acqua, di cui 14 hanno superato contemporaneamente i livelli d’allarme e 15 rotte di difese spondali tra minori (anche di argini golenali) e maggiori. Nove quelle solo nel Bolognese. Le brecce principali sono avvenute sul fiume Lamone, con esondazioni che hanno interessato gli abitati di Bagnacavallo e Faenza; sul fiume Sillaro, con esondazioni che hanno interessato gli abitati di Spazzate Sassatelli, Sesto Imolese e Sasso Morelli, in comune di Imola, e Conselice; sul fiume Quaderna, con interessamento degli di Selva Malvezzi, in comune di Molinella e della località Sant’Antonio, a Medicina; sul Senio, con interessamento dell’abitato di Castel Bolognese.
Alle criticità idrauliche, si uniscono quelle idrogeologiche con oltre 140 frane importanti in 40 Comuni dell’Appennino, a cui si uniscono almeno 100 dissesti secondari. Le condizioni di maggiore criticità si riscontrano nel Forlivese-Cesenate, dove 6 strade provinciali sono interrotte. Solo a Modigliana, il comune più colpito, sono state censite 44 frane di cui almeno 11 di grandi proporzioni. Sono in corso i sopralluoghi sulle situazioni più complesse, per definire le prime ipotesi di intervento di messa in sicurezza. A Dovadola, la frana sulla Strada comunale per Montepaolo ha portato all’evacuazione di 19 cittadini, tra cui gli ospiti di una comunità di persone fragili e 8 Suore Clarisse dell’Eremo Santuario Montepaolo. Stamattina il sindaco ha emesso l’ordinanza di evacuazione anche per i residenti nei pressi del dissesto in località Trove. A Predappio si contano due frane significative, a Porcentico e a Predappio Alta.
Nel Bolognese, particolarmente colpita è la valle del Santerno con i comuni di Borgo Tossignano, Casalfiumanese e Fontanelice, dove una grande frane si è abbattuta su un casolare portando alla morte di un uomo di 78 anni. Dissesti diffusi sono stati segnalati anche a Monzuno e Monterenzio. Nel Ravennate, dove varie viabilità risultano interrotte, è in corso la mappatura degli episodi di dissesto, con sopralluoghi via terra e riprese aeree. Finora si sono contate 72 frane. Anche a Modena il livello delle acque a Fossalta è stato del tutto eccezionale, con una piena che a valle della Cassa ha fatto registrare livelli più alti del 2009 e appena inferiori a quella del 2020. A scopo precauzionale sono stati quindi chiusi al transito il ponte di Navicello vecchio sul Panaro, oltre a ponte Alto e ponte dell’Uccellino sul Secchia. I lavori di sicurezza idraulica svolti, e il contributo del fiume Tiepido nel favorire il deflusso e lo scolo delle acque, sono stati fondamentali per evitare ulteriori criticità.
Gli interventi
Al verificarsi delle rotte, l’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione Civile si è immediatamente attivata per procedere nel tempo più rapido ai ripristini degli argini. Nel Bolognese, sul Sillaro sono state chiuse due brecce: in via Tiglio a Sesto Imolese e in via Merlo, a Spazzate Sassatelli, dove l’argine sta per essere ricostruito con telonatura e palancole. Ieri sono partiti i lavori di sistemazione della breccia nei pressi di Sasso Morelli che si è verificata lungo un argine privato. Sul Quaderna, tutte le 3 rotte sono state risolte. Lo stesso, già nei giorni scorsi, per le tre sul Gaiana dove si sta procedendo anche con le opere di rinforzo arginale prevede in conclusione entro stasera. Riparata anche l’ultima rottura relativa ad una coronella dell’opera idraulica Cardinala.
Nel Ravennate, sul Senio, la breccia arginale in località Biancanigo (Castel Bolognese) è stata chiusa; per una seconda rotta sono in corso le operazioni di sistemazione. Domenica sono inoltre iniziati i lavori per risolvere la falla sulle difese del Marzeno, che ha provocato gli allagamenti a Faenza. In esecuzione anche le attività di chiusura sull’argine del Lamone, esondato in prossimità di Boncellino (Bagnacavallo). Sul Santerno si sono verificate criticità tra S. Agata sul Santerno e Cà di Lugo: si stanno svolgendo le opere di sistemazione.