Di recente gli archeologi hanno individuato i segni di tre accampamenti militari romani precedentemente sconosciuti in una vasta area del territorio dell’attuale Arabia Saudita. Gli studiosi ritengono possa essere stata una parte non documentata di una campagna per l’annessione del regno nabateo iniziata nell’anno 106 d.C. Nel progetto EAMENA (Medio Oriente e Nord Africa) presso l’Università di Oxford, nel Regno Unito, gli scienziati hanno esaminato le immagini satellitari open-source da fonti come Google Earth Pro.
Michael Fradley, uno degli autori del ritrovamento: “Ciò che è particolarmente insolito è l’identificazione di questi forti romani che sono locati in linea retta con distanze quasi identiche tra loro, segno che facevano parte di un’unica campagna con il probabile obiettivo di Dumat al-Jandal in Arabia Saudita. I campi esibivano indicazioni rivelatrici del design romano, come la canonica forma rettangolare e ingressi simmetrici, inoltre si trovano sull’arido lato occidentale della Valle del Sirhan, che si estende sulla Giordania e sull’Arabia Saudita. Non ci sono quasi resti di strutture vicine, suggerendo che la terra è rimasta relativamente intatta“.
Frandley continua dicendo: “Fonti storiche indicano un percorso carovaniero che rispecchierebbe il percorso tra i forti, suggerendo che questi potrebbero aver consentito l’elemento sorpresa a un attacco alla regione di Jawf, o consentito una manovra di fiancheggiamento in una campagna più ampia. Questa ricerca è importante perché fornisce alcune delle prove più chiare fino ad oggi che la conquista romana del regno nabateo dopo il 106 d.C. potrebbe non essere stata così pacifica come raccontano i riferimenti storici dell’antichità.”.