L’astronauta Cristoforetti: “torneremo sulla Luna, ma non sarà come la prima volta”

Con il programma Artemis "torniamo sulla Luna", "ma non è più come la prima volta", come per le missioni Apollo
MeteoWeb

Il futuro ci costringerà ad abituarci a non avere la Stazione Spaziale Internazionale“, ad una distanza “di appena 400 km” anche se “sono 20 anni che abbiamo l’abitudine” di guardare verso la ISS in orbita bassa: lo ha evidenziato oggi l’astronauta italiana dell’ESA Samantha Cristoforetti, ospite dell’evento “Il lavoro che mi aspetto” nell’ambito del Festival di Trento organizzato da “Il Sole 24 Ore”. L’astronauta ha sottolineato che il laboratorio orbitante “è una infrastruttura molto grande, ampia come un campo da calcio e che, da una decina di anni, è stata oggetto di upgrade e vari cambiamenti: usiamo questa casa nello Spazio ma non ha una vita eterna, forse fino alla fine del 2028 o del 2030, forse leggermente di più“, ma poi cesserà di operare. La NASA “ha avviato una transizione, non vuole operare più sulla ISS, vuole che industrie private lancino basi spaziali per far volare astronauti e fare esperimenti e ricerca“: questi progetti hanno dei vantaggi perché “ciò significa che le agenzie spaziali pubbliche come NASA, ESA o ASI, possono aprire la frontiera successiva, quella verso la Luna“.

Con il programma Artemistorniamo sulla Luna“, “ma non è più come la prima volta“, come per le missioni Apollo. Cristoforetti ha osservato che “la capacità degli esseri umani di abitare un certo spazio e sfruttarne le risorse è naturale” così come è naturale “che nel tempo si amplino” gli orizzonti e la naturale frontiera dell’esplorazione umana “può essere la Luna“. “Quando ci siamo stati la prima volta è stata anche una competizione fra due imperi, poi l’interesse per la Luna è andato a spegnersi” ed oggi è tornata la voglia di esplorarla. “Lasceremo l’orbita bassa, per ritornare alle missioni lunari. Questa è la direzione che hanno preso sia NASA che ESA, col supporto di enti privati. In particolare l’Italia farà la padrona nell’occuparsi dello sviluppo dei moduli abitativi, una volta raggiunto il satellite”.  “In particolare il programma Artemis si comporrà di diversi elementi: un razzo che porti gli astronauti in orbita; un’astronave in cui vivranno; e una volta in orbita lunare un lander, Starship, che sarà appunto questa architettura realizzata da ente privato, rivoluzionaria per dimensioni, complessità e riutilizzabilità”. 

L’uomo è insostituibile “se vogliamo avere capacità a 360 gradi di esplorare e sfruttare lo Spazio” ha proseguito Cristoforetti. “Se si vuole possedere le capacità tecnologiche e operative spaziali complete, a 360 gradi, come potenze spaziali“, cioè le capacità di “poter sfruttare lo spazio per esigenze economiche, tecnologiche, industriali o di comunicazione e navigazione – e come Europa non ci siamo ancora – allora la storia ha mostrato che i Paesi che puntano a questo posizionamento fanno volo umano“. “Chi ha l’ambizione di poter usare lo spazio a 360 gradi fa anche volo umano spaziale” ha ribadito AstroSamantha.

Un futuro tra le stelle che, come quello terreno, avrà bisogno di voi ragazzi“, ha concluso Cristoforetti, rivolgendosi direttamente al pubblico di giovanissimi in sala.

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