E’ stato di emergenza nazionale per le alluvioni che, a partire dal primo maggio, hanno piegato l’Emilia Romagna (nelle province di Reggio-Emilia, di Modena, di Bologna, di Ferrara, di Ravenna e di Forlì-Cesena). Il Consiglio dei ministri lo delibera su proposta del ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci. “Il governo sta operando con la massima prontezza – rivendica il ministro – d’intesa con la Regione, per fronteggiare una grave situazione di pericolo per l’incolumità delle persone e l’evacuazione di numerose famiglie dalle loro abitazioni, a causa di esondazione di corsi d’acqua, smottamento di versanti, allagamenti, movimenti franosi e gravi danneggiamenti alle infrastrutture viarie, ad edifici pubblici e privati, alle opere di difesa idraulica ed alla rete dei servizi essenziali”.
Con il provvedimento, che ha la durata di 12 mesi, il governo stanzia 10 milioni di euro per gli interventi più urgenti, d’intesa con la Regione e in deroga alla legislazione vigente. In Regione, Stefano Bonaccini conta i danni e prima del Cdm invia alla Presidenza del Consiglio una determinazione urgente per poter accedere in tempi brevi a un primo stanziamento di fondi, nel minor tempo possibile. “Abbiamo iniziato a confrontarci attivamente su quali possano essere le soluzioni da adottare dall’intero Parlamento, spero sicuramente per quota parte, e dal nostro ministero, di andare incontro non solo agli effetti economici devastanti, ma anche agli effetti psicologici che derivano dalla distruzione del lavoro delle aziende, che spesso legano i nostri agricoltori a quel territorio ben più che del dato economico e che io credo vadano compensate con particolare attivismo”, fa sapere il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, durante il Question time alla Camera.
Provvedimento in Emilia-Romagna
“Ho inviato alla Presidenza del Consiglio dei ministri una determinazione che non quantifica i danni, ma è una procedura speditiva d’emergenza per poter accedere a un primo stanziamento in tempi brevi – spiega -. Il rendiconto completo lo faremo comunque rapidamente, come è sempre accaduto in altre situazioni simili: inizieremo a lavorare già dalle prossime ore con i nostri tecnici, in collaborazione con i Comuni”. L’evento, conferma il presidente dell’Emilia Romagna, è “eccezionale”, con precipitazioni persistenti di dimensioni mai verificate in così poco tempo. Secondo il monitoraggio della Coldiretti sui dati dell’European Severe Weather Database (Eswd), in un solo giorno sull’Emilia Romagna si sono abbattute venti bombe d’acqua, che hanno provocato l’esondazione di fiumi e torrenti che hanno allagato città e campagna con migliaia di coltivazioni, frutteti, serre e vigneti sott’acqua e interi filari di ulivi sradicati dalla furia delle frane. Resta massima l’attenzione sull’Appennino per il pericolo di frane e micro-frane.
“Parliamo di un territorio colpito prima dalla siccità e poi da un’impressionante caduta d’acqua – ricorda il governatore -. E ci tengo a ribadire, qui nei luoghi maggiormente colpiti, che faremo tutto ciò che serve per assistere chi ha bisogno, adesso nell’emergenza e dopo, quando il ritorno alla normalità dovrà essere accompagnato con i risarcimenti dovuti e tutto il sostegno necessario”.
Sato d’emergenza anche per la Calabria
Intanto, dall’altra parte d’Italia, anche in Calabria le piogge incessanti hanno fatto temere la tragedia. La piena del fiume Trionto ha provocato il crollo di una parte del viadotto ‘Ortiano 2’ a Longobucco, in provincia di Cosenza. Il crollo non ha provocato conseguenze per le persone grazie al fatto che l’Anas aveva provveduto, in via precauzionale, a interdire il transito di mezzi leggeri e pesanti lungo tutta la statale.
Il Consiglio dei ministri delibera lo stato di emergenza nazionale, sempre per la durata di dodici mesi, anche per la Calabria, ma in conseguenza delle alluvioni che si sono verificate dal 26 novembre al 4 dicembre 2022 nel territorio della Provincia di Crotone, della fascia ionica delle Province di Catanzaro e Cosenza e del Comune di San Lucido (Cs). “Si tratta di un provvedimento su richiesta del presidente della Regione Calabria, per fare fronte agli effetti di diffusi allagamenti, esondazioni e frane, danneggiamenti alle infrastrutture e alle difese arginali, agli impianti fognari, alle abitazioni private e alle attività commerciali”, scandisce Musumeci. Il governo stanzia un primo finanziamento di 3,2 milioni di euro con cui si farà fronte a interventi di assistenza alla popolazione, ripristino dei servizi pubblici e delle infrastrutture di reti strategiche e riduzione del rischio residuo