L’Etna è tornato a farsi sentire nelle scorse ore. Alle 23:25 di ieri, sabato 6 maggio, è avvenuta “un’esplosione a carico del Cratere di Sud-Est, che ha prodotto una debole emissione di cenere che si è dispersa rapidamente nell’area craterica”, ha comunicato l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Osservatorio Etneo. Le reti di monitoraggio hanno poi registrato la fine dell’attività vulcanica alle ore 11:32 di oggi, domenica 7 maggio.
Boris Behncke, vulcanologo dell’INGV, ha documentato con una foto la situazione attuale sul vulcano. “Nel mattino del 7 maggio 2023, il Cratere di Sud-Est dell’Etna si mostra così: dalla zona delle “bocche orientali” emerge un denso pennacchio di gas, evidenza che là ora esiste un condotto aperto. Per il momento non c’è altro, generalmente il vulcano è in uno stato piuttosto tranquillo, sebbene in lenta fase di ricarica (è in corso una graduale pressurizzazione del sistema di alimentazione)”, ha scritto Behncke in un post su Facebook. “Quello che è importante sottolineare è che il Cratere di Sud-Est è sempre in grado di produrre fenomeni eruttivi, a volte anche fortemente esplosivi, in qualunque momento, e praticamente senza alcun segnale premonitore. Non è necessariamente l’inizio di una nuova attività eruttiva più significativa, in passato ci sono stati diversi eventi esplosivi come quest’ultimo, che non sono stati seguiti da ulteriore attività se non settimane o mesi dopo”, conclude il vulcanologo.
In un post precedente, Behncke aveva spiegato che “l’esplosione è avvenuta nella zona delle “bocche orientali” (che in un passato ormai molto remoto chiamai “u puttusiddu”), e quindi in una posizione diversa dalle bocche dell’attività di maggio-giugno 2022, un ritorno ai luoghi dei vecchi delitti. Ora, dalla bocca di stanotte sta emergendo un pennacchio di gas continuo, ma senza alcuna evidenza di attività eruttiva o emissione di cenere. I parametri monitorati, come tremore vulcanico, SO₂ e segnali infrasonici, non mostrano variazioni, restando su livelli piuttosto bassi”.