Che aria respirano gli italiani e più in generale gli abitanti dell’Europa? A scattare una fotografia della situazione è la Società Italiana di Medicina Ambientale, intervenuta oggi all’evento ‘Liberi di Respirare’ organizzato da Consulcesi Group in vista della Giornata Mondiale dell’Ambiente del 5 giugno. L’incontro ha visto la partecipazione di numerosi esponenti istituzionali e scientifici, tra i quali Fabio Massimo Castaldo, Vicepresidente del Parlamento Europeo; Roberto Monaco, Segretario Generale FNOMCeO; Veronica Manfredi, Direttrice della Zero Pollution Strategy della Commissione Europea; Pier Mannuccio Mannucci, Emerito di Medicina Interna Università di Milano e David Korn, Dirigente Medico Pronto Soccorso Pediatrico e Responsabile dei progetti di Digital Health del Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS. Nel corso della giornata, Consulcesi ha anche lanciato la prima causa legale collettiva sul tema ‘Aria Pulita’.
Secondo gli esperti Sima, circa l’81% della popolazione della UE respira un’aria con una concentrazione di polveri sottili superiore alle soglie di sicurezza sanitaria fissate dall’OMS già nel lontano 2005. Applicando invece gli attuali limiti di legge, solo il 21% degli europei si trova in una situazione di rischio per la salute legata agli sforamenti di PM10 e PM2.5, ma lo stesso discorso vale anche per gli ossidi di azoto. I dati fanno riferimento all’Agenzia Europea per l’Ambiente, che pubblica ogni anno un rapporto sulla qualità dell’aria in Europa. «La questione è ancora più preoccupante perché le soglie di sicurezza sanitaria OMS sono state più che dimezzate nel 2021 – commenta Prisco Piscitelli, epidemiologo e Vicepresidente Sima – La rete di monitoraggio della qualità dell’aria, capillarmente distribuita in tutte le nostre regioni, è tarata su limiti di legge, fissati dall’attuale direttiva europea sulla qualità dell’aria in corso di revisione, che oggi risultano quindi tre volte superiori alle soglie protettive per la nostra salute, rendendo quindi necessaria una maggiore attenzione alla lettura sanitaria dei dati ambientali», avverte Piscitelli.
Sima allerta la popolazione anche sui rischi per la salute connessi all’inquinamento: «L’impatto è diretto ed è oggi ben quantificabile sulla base di funzioni di rischio fondate sulle evidenze scientifiche acquisite dall’OMS: per ogni incremento di 10 microgrammi su metro cubo delle concentrazioni medie annuali di polveri sottili osserviamo un aumento della mortalità generale per tutte le cause pari al 7%. Nello specifico – prosegue l’esperto – aumenta del 10% la mortalità per le malattie cardiovascolari o cause respiratorie, mentre l’incidenza di infarti sale del 26%. Appena più modesto (+7%) è l’aumento di mortalità legato ad ogni incremento di 10 microgrammi su metro cubo di biossido d’azoto (NO2). Ma un’associazione con l’aumento delle polveri sottili è dimostrata anche per il rischio di demenze e disturbi del neurosviluppo come l’autismo. Il problema è tanto più grave dal momento che non ci si può difendere dall’aria che si respira ed è possibile registrare incrementi anche più alti di 10 microgrammi su metro cubo in alcune zone d’Europa come la Pianura Padana».
Alessandro Miani, Presidente della Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima), propone l’avvio di una “Mitigation Action’ su larga scala: «E’ necessario un grande piano di azione per la mitigazione dell’inquinamento atmosferico, partendo dalla Pianura Padana, che presenta delle forti criticità, espressamente evidenziate dall’ultimo rapporto sulla Qualità dell’Aria dell’Agenzia Europea per l’Ambiente: Avviare subito interventi fondati sull’utilizzo di coating fotocatalitici trasparenti al biossido di titanio a base etanolo, che hanno scientificamente dimostrato capacità di ridurre gli inquinanti dell’aria in sottoprodotti innocui per la salute umana, applicandoli sulle superfici murarie e vetrate degli edifici pubblici e privati; Implementare il verde urbano e peri-urbano con specie a bassa impronta idrica e alta capacità di filtrazione ed adsorbimento – per quanto possibile, considerata la scarsità di alberi nei vivai europei –sarebbe utile anche a mitigare gli effetti sulla salute delle Isole di Calore Urbano nelle città. Un ulteriore possibile percorso operativo è quello di rimodulare gli interventi del PNRR fermando i finanziamenti a pioggia ad una molteplicità di micro-progetti per puntare con decisione su interventi strutturali per la mitigazione dell’inquinamento atmosferico e dei cambiamenti climatici, concentrando ogni risorsa su grandi investimenti pubblici per le energie rinnovabili e la sostituzione dei riscaldamenti domestici, maggiori responsabili delle emissioni di polveri sottili in atmosfera, in modo da avere ricadute durature e positive sulla nostra salute».
Adeguare con urgenza i limiti di legge alle Linee guida Oms
«È appena terminata la pandemia di Covid-19, ma un’altra emergenza sanitaria minaccia la nostra salute e l’intero ecosistema: l’inquinamento dei suoli, delle acque e dell’aria. In particolare, quello atmosferico ha di fatto tutti i connotati della gravità di un’emergenza di sanità pubblica di rilievo internazionale, (anche se non è certamente “improvvisa, insolita o inaspettata”) per poter essere oggetto di una dichiarazione formale di PHEIC (Public Health Emergency of International Concern) da parte dell’OMS, visto che è ignorata oramai da diversi decenni. Cionondimeno richiede un’immediata presa di coscienza e interventi urgenti». Sulla base dei dati presentati da Sima, Eduardo Missoni, Professore di Global Health SDA-Bocconi, lancia un appello proprio nella giornata conclusiva dell’annuale assemblea generale dell’Organizzazione Mondiale per la Sanità a Ginevra. «E’ assolutamente prioritario che l’OMS dedichi più risorse alla lotta contro l’inquinamento atmosferico in particolare, potenziando i grandi sforzi fatti finora dal suo Dipartimento Ambiente e Salute, diretto dalla Dr.ssa Maria Neira. Siamo di fronte ad una emergenza con un enorme impatto a breve e lungo termine: ciò richiede il massimo impegno possibile, mettendo in campo risorse umane e finanziarie paragonabili a quelle impiegate nel corso della pandemia, tese a controllare i determinanti sociali ed economici dell’inquinamento, puntando progressivamente ad un vero e proprio cambio di paradigma rispetto all’attuale modello di sviluppo socio-economico. A pochi giorni dalla Green Week Europea che si terrà a Bruxelles la prossima settimana, l’appello all’Europa e agli Stati membri è quello di recepire le Linee Guida OMS 2021 nella nuova Direttiva sulla qualità dell’aria a tutela della salute pubblica. La riduzione dell’inquinamento atmosferico richiede un’azione immediata», conclude Missoni.
Consulcesi lancia causa ‘Aria Pulita’
A fronte delle solide basi scientifiche esistenti, Consulcesi lancia la nuova iniziativa legale “Aria Pulita”. Dopo aver lottato per anni per i diritti degli operatori sanitari, vincendo migliaia di cause legali in tribunale e ottenendo dallo Stato risarcimenti per oltre 600 milioni di euro, il team Consulcesi scende ora in campo a difesa e a tutela della salute dei cittadini. Parte così la più grande azione collettiva rivolta a tutti i cittadini che vogliono un pianeta più sano.
“L’azione legale ha lo scopo di accertare la violazione del diritto a vivere in un ambiente salubre, con conseguente richiesta di risarcimento del danno, in favore dei residenti delle zone in cui è stato accertato il superamento dei limiti delle particelle inquinanti contenute nell’aria ambiente”, spiega l’Avvocato Marco Tortorella di Consulcesi. “L’azione legale rappresenta la presa di coscienza dei cittadini come stimolo a trovare soluzione. Inoltre, è anche l’occasione per spingere le istituzioni affinché intervengano per porre rimedio a tale intollerabile situazione che, nonostante la condanna da parte della Corte di Giustizia Europea, continua a perpetrarsi”, aggiunge l’Avvocato Tortorella. I cittadini che possono aderire alla nuova iniziativa legale sono tutti i residenti delle zone dove si sono verificate le violazioni, a prescindere dall’aver subìto un danno alla salute. Basterà dimostrare la propria residenza per almeno 1 anno nel periodo compreso tra il 2008 e il 2018, lo stesso per il quale la Corte di Giustizia Europea ha accertato la violazione dei limiti, in uno o più dei territori coinvolti. In totale, Consulcesi stima che siano 3.384 i comuni italiani compresi nelle violazioni accertate dall’Europa per un totale di più di 40 milioni di residenti.