Molto più di quello che sembra: l’isola di Nishinoshima continua a crescere

La missione Copernicus Sentinel-2 ci porta in volo su un'isola davvero singolare
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La spettacolare immagine di Copernicus Sentinel-2, pubblicata dall’Agenzia Spaziale Europea, mostra l’isola giapponese di Nishinoshima, nell’Oceano Pacifico nord-occidentale. Parte delle isole Ogasawara, Nishinoshima è una piccola isola vulcanica disabitata a circa 1000 km a Sud di Tokyo. L’attività vulcanica lungo il bordo occidentale della Cintura di Fuoco del Pacifico ha dato origine a quest’isola, che è in realtà la punta di un vulcano sommerso.

Fino al 1974 era visibile solo una parte della cresta della caldera, altrimenti sommersa, e l’isola era lunga circa 700 metri e larga 200 metri. Da allora, Nishinoshima ha vissuto periodi alternati di attività esplosiva e quiete, ma la lava di varie eruzioni nel corso degli anni ha portato l’isola a ingrandirsi. L’immagine a corredo dell’articolo è stata acquisita nel gennaio 2021 e l’isola si estende per circa 2,3 km in direzione Nord-Sud e 2 km in direzione Est-Ovest.

Lo scolorimento giallastro dell’acqua intorno all’isola è dovuto a minerali vulcanici, gas e sedimenti del fondo marino che vengono agitati dall’attività vulcanica. Si estende per circa 10 km a Sud/Est, dove le correnti oceaniche lo trasformano in vortici verde brillante. Si può vedere un pennacchio di gas e vapore che si innalza dal vulcano e va alla deriva a Nord/st sull’Oceano Pacifico. Man mano che il pennacchio sale più in alto, il vapore si condensa e forma le nuvole.

I pennacchi vulcanici sono di particolare interesse per il transito aereo perché la cenere può contaminare le forniture di ossigeno e danneggiare i motori dei jet. I sensori atmosferici sui satelliti possono identificare i gas e gli aerosol rilasciati dalle eruzioni, quantificare il loro più impatto ambientale e possono aiutare a fornire allerte precoci all’industria aeronautica. I dati satellitari possono anche essere utilizzati per comprendere meglio l’attività vulcanica. Gli strumenti ottici e radar possono visualizzare flussi di lava, colate di fango, crepe nel terreno e terremoti e possono essere utilizzati per valutare i danni.

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