Il sub Gideon Harris quattro settimane fa, mentre nuotava a soli 200 metri dalla riva della cittadina balneare centrale di BeitYanai in Israele si è imbattuto in un tesoro di colonne di marmo di 1.800 anni fa. Secondo l’archeologo dell’Israel Antiquities Authority Kobi Sharvit, le colonne farebbero parte di un carico di circa 44 tonnellate di blocchi di marmo che sembrano provenire dal relitto di una nave diretta a un porto romano, potenzialmente Ashkelon o Gaza.
Probabilmente si tratta del più antico del suo genere conosciuto nel Mediterraneo orientale. Le esplorazioni preliminari del sito sottomarino hanno scoperto che la stiva della nave comprendeva capitelli corinzi decorati, nonché un enorme architrave in marmo di 6 metri. “Dalle dimensioni degli elementi architettonici, possiamo calcolare le dimensioni della nave; stiamo parlando di una nave mercantile romana che poteva portare un carico di almeno 200 tonnellate”, ha detto Sharvit, direttore dell’unità di archeologia subacquea dell‘IAA. Ha aggiunto che non ci sono resti visibili della nave sul fondo del mare ma si procederà a degli scavi subacquei nella speranza di scoprire parti della carena.
La scoperta di questo tesoro sommerso di capitelli
Sono stati raccolti alcuni campioni di marmo da analizzare in laboratorio per confermare le origini di questo prezioso carico e dalle prime indagini sembra che provenisse dalla Turchia o dalla Grecia. Il team ha inoltre datato il ritrovamento alla metà del II secolo d.C. Il marmo era destinato a un progetto edilizio di una certa importanza.
Questa scoperta getterebbe luce su un dubbio che hanno sempre avuto gli archeologi, ovvero se il marmo fosse un lavoro finito prima della spedizione o al momento del posizionamento in un cantiere. Da questa incredibile scoperta si desume che c’è una forte possibilità che i pezzi grezzi attraversavano i mari per poi essere modellati e rifiniti in cantiere, o da artisti e artigiani locali.