Il Consiglio dei Ministri a Palazzo Chigi ha esteso lo stato di emergenza per il maltempo ai comuni di Marche e Toscana colpiti dall’alluvione. “Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per la Protezione Civile e le politiche del mare Nello Musumeci, ha deliberato: la dichiarazione dello stato di emergenza in conseguenza degli eccezionali eventi meteorologici che si sono verificati a partire dal 16 maggio 2023 nel territorio dei comuni di Fano, Gabicce Mare, Monte Grimano Terme, Montelabbate, Pesaro, Sassocorvaro e Urbino della provincia di Pesaro e Urbino. Per i primi interventi di soccorso alla popolazione, sono stati stanziati 4.000.000 di euro, a valere sul Fondo per le emergenze nazionali; la dichiarazione dello stato di emergenza in conseguenza degli eccezionali eventi meteorologici verificatisi nei giorni dal 15 al 17 maggio 2023 nel territorio dei comuni di Firenzuola, Marradi, Palazzuolo sul Serio e di Londa della città metropolitana di Firenze. Per i primi interventi di soccorso alla popolazione, sono stati stanziati 4.000.000 di euro, a valere sul Fondo per le emergenze nazionali”. È quanto si legge nel comunicato stampa del Consiglio dei Ministri.
Giani: “giusto l’inserimento dell’alto Mugello nello stato d’emergenza”
“L’inserimento dei Comuni dell’Alto Mugello nella dichiarazione di stato di emergenza nazionale è la modalità giusta e legittima per affrontare anche in queste aree le conseguenze provocate dal maltempo”. Lo ha detto il Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani. “Esprimo un ringraziamento al Ministro Musumeci – ha proseguito Giani – per aver rapidamente provveduto a inserire anche i comuni toscani di Firenzuola, Marradi e Palazzuolo sul Senio in modo da poter ottenere la giusta rapidità di intervento e le risorse necessarie in tutti i territori più duramente colpiti”.
“La situazione toscana – ha sottolineato Giani – è di grande sofferenza in questi comuni che possiamo definire di Romagna Toscana ovvero oltre lo spartiacque appenninico adriatico. In questi territori si possono contare complessivamente circa 180 frane di media grandezza frutto dell’enorme quantità d’acqua che nel territorio pianeggiante della valle, in città come Faenza, Forlì, Cesena, Ravenna e in tanti comuni è ristagnata ma che nei monti ha invece provocato forti smottamenti deviando il corso delle strade, interrompendole, rendendo isolate molte frazioni e piccoli borghi”. “Bisogna ricordare – ha evidenziato Giani – che il Lamone è lo stesso fiume quando percorre Marradi e quando allaga Faenza, e che fiumi come il Senio e il Santerno sono gli stessi nei comuni toscani di Palazzuolo e Firenzuola che quando generano esondazioni e alluvione nella valle del Reno”. “Le risorse nazionali – ha concluso Giani – saranno fondamentali per l’azione di ripristino”.