Maltempo, D’Angelis: “Serve un patto per una struttura di missione permanente”

"Serve una tregua, si può litigare su tutto ma non sulla prevenzione. Va fatto un patto per ripristinare una Struttura di missione permanente che duri e lavori oltre i governi"
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“Serve una tregua, si può litigare su tutto ma non sulla prevenzione. Va fatto un patto per ripristinare una Struttura di missione permanente che duri e lavori oltre i governi”. Lo afferma all’Adnkronos Erasmo D’Angelis, presidente della Fondazione Earth and Water Agenda ed ex capo della Struttura di missione ‘Italia Sicura’ di Palazzo Chigi, sottolineando che l’alluvione in Emilia Romagna deve segnare uno “spartiacque” e deve far guardare a quel “modello Liguria” che ha consentito di mettere a terra diverse opere per la messa in sicurezza.

“Dalle nostre analisi questo è davvero l’evento più grave dal novembre 1966, quando ci furono le più grandi alluvioni del ‘900 in Italia con Firenze come simbolo. E’ il più grave per diversi motivi – spiega – In primo luogo per l’estensione geografica delle aree interessate, 41 comuni completamente allagati, 21 fiumi e un’altra ventina di corsi d’acqua minori esondati contemporaneamente, quasi 400 frane e smottamenti innescati, un cumulato di piogge di oltre 400 millimetri complessivi che è circa la metà di quanto piove in un anno – osserva D’AngelisE poi i danni, 36mila sfollati, 14 morti. Colpisce che, per la prima volta in Italia, si sono verificati due eventi estremi di precipitazione al suolo di piogge quasi contemporanei, nell’arco di due settimane, sullo stesso territorio. E poi un terzo lunghissimo evento estremo, la siccità, che per la prima volta nel nostro Paese è durata quasi due anni”.

In Italia clima cambiato

“Questo è un evento spartiacque – continua – O viene considerato tale oppure continuiamo ad inseguire le emergenze”. “Per tutto il secolo scorso avevamo tra 5-6 eventi estremi ogni dieci anni. Dall’inizio del 2000 c’è stata una escalation, oggi abbiamo 100 eventi estremi di portata minore in un anno in Italia. Il clima ormai è cambiato e questo evento è l’evento del clima nuovo – spiega D’AngelisCi troviamo di fronte a rischi enormi che non possiamo più sottovalutare: ci sono 8,1 mln di italiani che vivono in aree del 94% dei comuni molto a rischio frane e alluvioni. Per difendere gli italiani vanno fatte infrastrutture, interventi, nuove opere, educazione al rischio”.

“L’unico piano contro il dissesto è quello fatto da ‘Italia Sicura’ a Palazzo Chigi, insieme a Protezione Civile, Comuni, Regioni: lì ci sono circa 11mila interventi e opere di varia tipologia per il contenimento di frane – riferisce l’ex capo di ‘Italia Sicura’ – Ispra ha censito 628mila frane sulle 750mila frane europee, un dato veramente impressionante, con 2400 frane circa che vengono monitorate costantemente dai centri funzionali della Protezione civile”. “Quel piano, i nostri economisti lo hanno valutato per circa 30 mld di euro complessivi tanto che avevamo iniziato il piano decennale con 3 mld di investimenti l’anno – ricorda – A Genova abbiamo fatto partire nel 2015 investimenti per mezzo miliardo di euro su otto interventi e sono quasi conclusi tanto che oggi Genova è più sicura di quando subiva le alluvioni. Inoltre 120 mln sono andati alle casse di espansione per il Seveso a Milano e nell’hinterland e altri 120 mln sono andati alle opere sull’Arno. Abbiamo aperto e riaperto quasi 1300 piccoli cantieri. Complessivamente abbiamo investito circa 1,4 mld”.

Secondo l’ex capo della Struttura di missione, ‘Italia Sicura’ fu chiusa “anche per ignoranza, per sottovalutazione. Avevamo creato una task force con una ventina tecnici di primo livello”. Ora proprio da una Struttura permanente, secondo D’Angelis, bisogna ripartire e “ad indicare la strada ai partiti c’è il modello Genova e Liguria. Lì – osserva – abbiamo iniziato a lavorare con due giunte di centrosinistra, alla Regione c’era il presidente Burlando e al Comune Doria, poi sono cambiati i governi e ora in Regione c’è Toti e al Comune Bucci, ma non è stato perso neanche un minuto lavorando in piena armonia perché si tratta di opere che salvano le città e le vite umane”.

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