La penisola di Giens, sito naturale d’eccezione minacciata dall’erosione

Saline che ospitano una biodiversità eccezionale, il paesaggio della penisola di Giens, nel Mediterraneo francese, è minacciato dall'erosione costiera
MeteoWeb

Saline che ospitano una biodiversità eccezionale e una delle spiagge più belle del mondo: questo paesaggio idilliaco della penisola di Giens, nel Mediterraneo francese, è minacciato dall’erosione costiera dovuta al riscaldamento globale e contro il quale si discute di soluzioni. La vista è mozzafiato: da un lato la spiaggia dell’Almanarre, classificata tra le più belle al mondo dal quotidiano New York Times nel 2018. Dall’altro le saline con flora e fauna notevoli, in particolare i fenicotteri rosa. Al centro, un nastro di quattro chilometri occupato dalla “via del sale”, una strada chiusa al traffico in inverno ma dove, in estate, nel pieno della stagione turistica, circolano fino a 1.550 veicoli all’ora.

Questa strada creata nel 1969, e la sua manutenzione, sono ora al centro del dibattito pubblico francese. Perché con l’innalzamento del livello dell’acqua legato al riscaldamento globale, da quindici anni soffre ogni inverno di sempre più ripetute “ondate di mare”, costringendo le autorità a sgombrare la sabbia e riabilitare la carreggiata. Costo annuale per la metropoli e il municipio di Hyères: 500.000 euro. Spese diventate troppo consistenti per questa città di 56.000 abitanti nel sud-est della Francia, che ha conservato l’idea di un frangiflutti sottomarino lungo 400 metri e largo 10, a 150 metri dalla costa e un metro sotto il livello del mare, di fronte alla spiaggia dell’Almanarre. Il Comune ipotizza una spesa di 2,5 milioni di euro “ammortizzabile tra i 9 e gli 11 anni”.

Unicità della penisola

L’obiettivo è mantenere questa “eccezione mondiale” che costituisce “la vera identità del territorio di Hyérois”, confida il sindaco Jean-Pierre Giran, riferendosi alle due fasce costiere che collegano Giens alla terraferma con lo stagno Pesquiers nel mezzo. Questo “doppio tombolo” (formazione sabbiosa, più o meno ampia, che in genere assume la forma di un cordone di sabbia che congiunge uno scoglio o una piccola isola) è un fenomeno geologico estremamente raro: ne esistono solo una manciata al mondo e solo tre nel Mediterraneo. E’ un “tema filosofico”, risponde l’associazione Ecologia civica di Hyères: “Non combatteremo contro la natura con colpi concreti! È stata sconvolta dall’uomo, facciamola adesso”, stima il suo ospite Benoît Guérin, anche lui membro del comitato di orientamento dell’Ufficio francese per la biodiversità. Un’opinione condivisa dal Conservatoire du littoral, gestore delle saline minacciate, che “vuole artificializzare il meno possibile questo spazio naturale”.

Anche lo Stato ha aggiunto il suo grano di sale. Organo preposto alla consulenza del governo, il Consiglio Generale per l’Ambiente e lo Sviluppo Sostenibile ha pubblicato a metà del 2022 un rapporto su cui si appoggiano gli oppositori e che accusa la via del sale “storicamente recente” di non avere fatto altro che “aggravare la fragilità del tombolo”. Peggio ancora, mette in dubbio i “veri benefici” di una diga sottomarina che finirebbe per spostare l’erosione costiera alle sue estremità, sulle praterie di Posidonia, preziose foreste sottomarine. Il rapporto suggerisce anche un altro approccio allo sviluppo, meno incentrato sul turismo di massa.

Popolata da 3.000 abitanti permanenti, la penisola di Giens accoglie quasi un milione di visitatori all’anno. Benoît Guérin raccomanda la chiusura della via del sale, per “limitare le visite al luogo”, sul modello della vicina isola di Porquerolles dove, dal 2021, è stato stabilito un massimo di 6.000 visitatori giornalieri. “Allo stesso tempo, andiamo avanti sulla mobilità dolce: parcheggiamo le auto a monte del sito”, suggerisce. Il progetto della diga per il momento rimane impantanato: lo Stato attende nuovi studi prima di ogni decisione.

Condividi