Viaggia controvento l’aereo dei sogni, l’aereo a emissioni zero che vola e inquina niente. Uno studio della Steer – commissionato da Transport & Environment – avverte che serviranno 299 miliardi per portare in pista un velivolo a idrogeno, verde ed ecologico. E’ una cifra impegnativa, di questi tempi. Soprattutto l’Ue e i governi europei dovranno usare la leva fiscale perché questo carburante (l’idrogeno) diventi economicamente vantaggioso per le compagnie aeree.
L’Airbus, maggiore produttore al mondo di velivoli, confida di mettere in pista tre aerei a idrogeno – verdi ed ecologici – per il 2035. Il Turboprop, il Turbofan e l’incredibile Blended-Wing Body (che verrebbero impiegati nel breve e medio raggio, per ragioni di autonomia). Dei 299 miliardi necessari all’operazione idrogeno, soltanto il 5% viene bruciato dallo sviluppo del velivolo: 15 miliardi in tutto. Matteo Mirolo, responsabile dell’aviazione sostenibile a Transport & Environment, lancia un allarme, al riguardo. Avverte che l’idrogeno potrebbe portare con se costi superiori dell’8% rispetto all’uso del cherosene. Questo, nel 2035.
Decollo aereo a idrogeno
Se un simile scenario si realizzerà come lo studio della Steer profetizza, il decollo dell’aereo a idrogeno potrebbe ritardare rispetto alla scadenza annunciata del 2035. Nella migliore delle ipotesi, le compagnie ne compreranno piccole quantità con benefici soltanto minimali per l’ambiente. Serve, dunque, che l’Ue e gli Stati membri muovano la leva fiscale perché l’idrogeno risulti davvero appetibile per le compagnie. Il prezzo diventerà così vantaggioso rispetto ai carburanti fossili tradizionali e ai carburanti sostenibili, i SAF. “Può essere una chimera”
Tassare energicamente i combustibili inquinanti avrebbe un doppio effetto virtuoso. Alimentare gli aerei a idrogeno potrebbe finalmente costare il 2% in meno rispetto agli aeromobili a cherosene.
Inoltre le maggiori entrate fiscali permetterebbero agli Stati di finanziare la produzione massiva di idrogeno verde. Spiega Mirolo: “Se vogliamo che Airbus mantenga la promessa, dobbiamo creare un mercato per gli aerei a zero emissioni. Fare affidamento solo sulla buona volontà di Airbus renderebbe gli aerei a idrogeno poco più di una chimera”. In altre parole, l’aereo a idrogeno va imposto alle compagnie, e non semplicemente suggerito. Gli stessi jet privati – altamente inquinanti – andrebbero obbligati all’uso dell’idrogeno, sempre a partire dal 2035.
Lo studio della Steer avverte che il grosso degli investimenti sarà necessario per produrre l’idrogeno verde, portare l’idrogeno dallo stato liquido a quello gassoso, attrezzare gli aeroporti, in modo che possano rifornire i nuovi aerei. Perché questi costosi investimenti siano realizzati, gli Stati membri dovranno fare la loro parte. E così le società petrolifere e quelle che gestiscono gli scali. Tutti insomma devono salire a bordo del progetto dell’aereo a idrogeno, che altrimenti resterà un sogno, una chimera.