Rientro controllato per il satellite cacciatore di venti Aeolus, il primo del genere

La data esatta del rientro del satellite Aeolus potrà variare in base all'attività solare, ma è probabile che avvenga prima di fine agosto
MeteoWeb

Dopo aver superato di 18 mesi i tre anni prestabiliti di vita in orbita, il satellite Aeolus, lanciato nel 2018 dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA), si appresta a concludere la sua missione entro l’estate. E lo farà con un rientro controllato sulla Terra, il primo nel suo genere. Il satellite Aeolus, lanciato per migliorare l’accuratezza delle previsioni meteo con lo strumento Aladin (Atmospheric LAser Doppler INstrument), costruito negli stabilimenti della Leonardo a Campi Bisenzio e Pomezia, sta finendo il carburante: il 30 aprile ha ufficialmente concluso le sue operazioni e ora si prepara a rientrare in sicurezza sull’oceano riducendo il rischio di caduta di frammenti sulla terraferma.

I dettagli esatti sull’approccio al rientro e sulla serie di manovre e operazioni, nonché una tempistica più dettagliata, saranno resi pubblici a metà giugno: per ora, possiamo anticipare che stiamo mirando il miglior corridoio oceanico per il rientro”, spiega il responsabile della missione, Tommaso Parrinello.

I prossimi passaggi

Dopo cinque anni di scienza, durante i quali ha prodotto dati entusiasmanti, negli ultimi mesi Aeolus ha dovuto consumare più carburante del previsto per rimanere in orbita a causa dell’intensa attività solare che ha aumentato la densità dell’atmosfera. Nelle prossime settimane, il satellite di 1.360 chilogrammi scenderà naturalmente da 320 a 280 chilometri di altitudine. In seguito, gli operatori del Centro di controllo della missione dell’ESA a Darmstadt, in Germania, lo porteranno gradualmente a 150 chilometri dalla superficie terrestre. Aeolus quindi brucerà scendendo a circa 80 chilometri.

Poiché le regioni popolate costituiscono una percentuale relativamente piccola della superficie terrestre, la possibilità che un rientro causi danni è molto bassa. Gli ingegneri hanno comunque studiato attentamente come posizionare al meglio Aeolus per fare in modo che rientri in pieno oceano, riducendo il rischio di caduta di detriti sulla terraferma.

La data esatta del rientro potrà variare in base all’attività solare, ma è probabile che avvenga prima di fine agosto. Lo strumento Aladin è già stato impostato in una speciale modalità che durante la fase di rientro permetterà di raccogliere dati scientifici utili per la prossima missione Aeolus 2.

 

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