Africa, esiste un luogo in cui il tempo si è fermato a 150 mila anni fa

La stabilita' ecologica persistente nell'Africa occidentale sembra aver favorito lo sviluppo di comportamenti e tratti culturali simili in siti geograficamente dislocati tra loro
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La stabilita’ ecologica persistente nell’Africa occidentale sembra aver favorito lo sviluppo di comportamenti e tratti culturali simili in siti geograficamente dislocati tra loro. Lo rivela uno studio, pubblicato sulla rivista Nature Ecology and Evolution, condotto dagli scienziati del Max Planck Institute of Geoantropology, dell’Universitè Cheikh Anta Diop de Dakar, dell’ Universita’ di Sheffield e dell’Universita’ della Florida del sud. Il team, guidato da Khady Niang, ha esaminato il sito africano vicino alla costa di Bargny, a sud di Dakar, in Senegal, considerato il piu’ antico luogo occupato dai primi esseri umani.

Questa regione, spiegano gli studiosi, e’ stata associata a una sorprendente stabilita’ ecologica persistente dal tardo Pleistocene, circa 150 mila anni fa fino all’inizio dell’Olocene, circa 11 mila anni fa. La tecnologia degli utensili in pietra rinvenuti nel sito archeologico di Bargny presenta in effetti caratteristiche ampiamente condivise in tutta l’Africa nel periodo considerato.

Stabilità ecologica

Questo lavoro suggerisce modelli unici di cambiamento culturale rispetto ad altre regioni del continente. Il sito, riportano gli studiosi, mostra una continuita’ tecnologica che copre circa 140 mila anni e offre approfondimenti sulla stabilita’ ecologica della regione. “L’assemblaggio di strumenti di pietra risalenti a 150 mila anni fa – afferma Niangmostra le caratteristiche classiche dell’Eta’ della pietra media. Le tecniche impiegate dai primi esseri umani a Bargny sembrano strettamente paragonabili a quelle adottate da siti simili nel resto del continente”.

Nel sito, aggiungono gli esperti, sono stati rinvenuti manufatti che indicano il coinvolgimento umano diretto con le risorse costiere. “Abbiamo trovato microfossili di piante di mangrovie e zone umide salmastre associati all’occupazione del sito – sostiene Chris Kiahtipes dell’Universita’ della Florida del sud – e’ particolarmente interessante perche’ mostra che il sito era situato vicino a un estuario e dimostra quanto questi habitat siano da sempre fondamentali per gli esseri umani. Le popolazioni dell’Eta’ della pietra media si sono adattate a una vasta gamma di ambienti diversi, anche se l’Africa sembra caratterizzata da una notevole stabilita’ ambientale perdurata per oltre 140 mila anni”.

Secondo gli studiosi, in effetti, l’abitabilià persistente degli ambienti dell’Africa occidentale, come la presenza delle mangrovie, potrebbe aver contribuito alla definizione di traiettorie di stabilita’ comportamentale in tutto il continente. “Il nostro lavoro – conclude Jimbob Blinkhorn, altra firma dell’articolo – dimostra l’utilita’ persistente delle tecnologie dell’Eta’ della pietra media, utili alla sopravvivenza delle popolazioni in diverse zone dell’Africa. Ipotizziamo che questa continuita’ culturale rappresenti una forma di adattamento comportamentale stabile in risposta a condizioni ambientali invariate. Allo stesso tempo, l’isolamento da altre popolazioni in tutto il continente potrebbe aver favorito la stabilita’ demografica”.

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