Dalle sigarette ai THP: come si è evoluto il mercato dei prodotti per fumatori

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Le comuni sigarette sono di gran lunga il prodotto per fumatori più diffuso al mondo; non molti sanno, però, che hanno una storia piuttosto recente e un’origine ancora oggi controversa. Secondo alcuni, i primi a fumare tabacco essiccato inserito all’interno di un cilindro di carta furono i soldati musulmani impegnati nell’assedio di San Giovanni d’Acri tra il 1831 e il 1832. Questi, non avendo con sé il tradizionale narghilè, utilizzarono le cartucce della polvere da sparo come involucro per fumare il tabacco, creando così le prime, rudimentali sigarette.

Un’altra ricostruzione storica attribuisce l’invenzione ad alcuni soldati inglesi che, di ritorno dall’Egitto, si ritrovarono – curiosamente ancora a San Giovanni d’Acri – senza le loro pipe; decisero, quindi, di utilizzare delle foglie di tè arrotolate per poter fumare tabacco.

In realtà, il tabacco era giunto in Europa (dall’America) diversi secoli prima, ma fu solo a seguito dell’invenzione delle sigarette – e l’avvio della produzione industriale – che divenne un prodotto di largo consumo. Nel corso del 20° secolo, diversi fattori ne hanno alimentato la popolarità, dalle due Guerre alla pubblicità; oggi, però, lo scenario offerto dal mercato è molto più variegato, grazie allo sviluppo ed alla commercializzazione di due prodotti di nuova generazione: le sigarette elettroniche e i dispositivi a tabacco scaldato.

Le sigarette elettroniche: dalle origini alle e-cig

I primi tentativi di mettere a punto un dispositivo elettronico simile alla sigaretta tradizionale a base di nicotina (ma senza tabacco) risalgono agli anni Ottanta. Ciò nonostante, bisogna attendere il nuovo millennio per l’esordio sul mercato della prima e-cig (abbreviazione di ‘e-cigarette’), quella brevettata dal farmacista cinese Hon Lik.

A dispetto della denominazione commerciale, che si è consolidata nell’uso comune, questi dispositivi elettronici hanno ben poco in comune con le sigarette tradizionali. Le e-cig, infatti, non contengono tabacco ma simulano l’esperienza della fumata mediante la vaporizzazione di una soluzione liquida, nella quale si trovano quantità variabili di nicotina, nonché aromi e fragranze di vario tipo.

I THP e il mondo del tabacco scaldato

L’acronimo THP (“Tobacco Heating Product”) viene utilizzato commercialmente per denominare i dispositivi a tabacco scaldato. Comparsi sul mercato dopo le e-cig, hanno intercettato una nicchia non trascurabile di consumatori, spesso desiderosi di sperimentare una diversa alternativa alle sigarette tradizionali.

I dispositivi a tabacco riscaldato sono device ad alimentazione elettrica, dotati di un sistema che scalda una miscela di tabacco al fine di produrre un aerosol contenente nicotina privo di particelle di residui solidi. La miscela è confezionata in uno stick, da inserire nell’apposita camera di riscaldamento, dove viene esposta a temperature che oscillano tra i 250° e i 270°. Questa notevole quantità di calore viene tenuta sotto controllo mediante sensori e software, grazie ai quali la miscela si scalda senza bruciare (la soglia di combustione del tabacco si aggira attorno ai 500°).

Ma come funziona, in pratica, un THP? Il principio di base (scaldare il tabacco senza bruciarlo) accomuna tutti i dispositivi disponibili in commercio; ciò che cambia è la tecnologia impiegata per il riscaldamento della miscela. Salvo rare eccezioni, le soluzioni adottate sono solitamente due:

  • sistemi a induzione (Induction Heating Technology): una bobina metallica, avvolta attorno alle pareti della camera di riscaldamento, genera un campo magnetico al passaggio della corrente elettrica. Ciò produce il calore che scalda la miscela di tabacco. Questo tipo di tecnologia caratterizza, ad esempio, i THP commercializzati da BAT Italia con il marchio glo™, un’ampia gamma di dispositivi – talvolta definiti erroneamente “sigarette a tabacco scaldato” – che consentono, attraverso due pulsanti, anche la regolazione dell’intensità di riscaldamento per ciascuna sessione di utilizzo;
  • sistemi resistivi; anch’essi molto comuni, sviluppano il calore mediante una resistenza elettrica (un elemento in materiale conduttore) che genera calore quando viene attraversata dalla corrente.

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