“Lo Stato italiano: è consapevole della crisi climatica ed ecologica in corso e delle sue conseguenze? Continuerà a trattare come emergenze isolate gli eventi estremi che colpiscono l’Italia in modo sempre più frequente e che sono chiaramente concatenati fra loro? È pronto ad assumersi la responsabilità delle morti e delle sofferenze che causerà alla popolazione, e alla distruzione del paesaggio italiano per come lo conosciamo?”.
Queste le domande che gli attivisti di Ultima Generazione, Davide, Alice, Anna e Giacomo, lanciano al governo italiano: “Chiediamo una risposta immediata da parte del governo. Fino a quel momento le nostre azioni continueranno”, annunciano i giovani. I quattro che agli inizi di maggio hanno colorato di nero l’acqua della Fontana dei Quattro Fiumi a piazza Navona sono stati convocati dalla polizia per un interrogatorio, fanno sapere. “Due attivisti si sono avvalsi della facoltà di non rispondere”.
E gli altri due, Alice e Davide, al termine dell’interrogatorio hanno ribadito: “Il 6 maggio 2023 siamo entrati nella Fontana dei Quattro Fiumi di Piazza Navona e abbiamo versato nell’acqua del liquido nero fatto di carbone vegetale – ripetono -. Per questa azione di disobbedienza civile, come per tutte le altre a cui abbiamo preso parte, siamo chiamate a prenderci la nostra responsabilità. Siamo disposti a farlo. Gli articoli contestati per quello che abbiamo fatto sono l’art. 110 e il 518 duodecies del codice penale, ovvero il concorso e il deturpamento di beni culturali. Siamo state denunciate anche per la violazione del foglio di via che abbiamo da Roma. Infine, ci è stato notificato un daspo urbano dalla piazza per 48 ore. Questo può significare una pena che va da 2 a 5 anni di carcere e una multa che va da 2.500 a 15.000 euro”, spiegano gli attivisti.