Ussita rischia di non essere ricostruita a causa di un rischio idrogeologico

Dopo oltre sette anni dal terremoto mezza Ussita rischia di non essere ricostruita a causa del vincolo R4, che sta a indicare un grave rischio idrogeologico, che esiste da oltre vent'anni
MeteoWeb

“Dopo oltre sette anni dal terremoto mezza Ussita rischia di non essere ricostruita a causa del vincolo R4, che sta a indicare un grave rischio idrogeologico, che esiste da oltre vent’anni ma nessuno ha mai pensato di mitigarlo”: a dirlo all’ANSA è Romina Cecola, residente all’interno della zona off limits del paesino nel cratere sismico maceratese e quindi vittima del vincolo. “Il palaghiaccio, la piscina comunale, il maneggio e un centinaio di case che insistono in questa area sono ferme al giorno della grande scossa e non potranno essere ricostruite finché non si interverrà sul rischio idrogeologico”, racconta la donna che è anche una dipendente del Comune di Ussita: “una situazione paradossale e il paradosso dei paradossi è che nel perimetro R4 ci sono delle abitazioni agibili dove la gente vive ed io stessa, assieme alla mia famiglia, vivo in affitto in un alloggio che si trova a cento metri dalla mia casa che non posso ricostruire”.

Cecola ripercorre la storia di questa situazione: “risale al 1999, quando l’acqua che scende dai canaloni della montagna allagò l’area, di conseguenza nel 2002 venne dichiarata R4”. “Subito dopo si mise in piedi un progetto per la realizzazione di un canale capace di raccogliere le eventuali acque piovane in eccesso così da incanalarle nel torrente Ussita, ma il progetto è rimasto da allora sulla carta”, racconta ancora. “Dopo il terremoto – ricorda Cecola – quel progetto è stato convogliato in un piano di recupero idrogeologico più ampio che riguarda i comuni di Visso, Castelsantangelo sul Nera e Ussita, ma dopo sette anni non se ne vede ancora la luce”.

“Adesso siamo arrivati al punto il soggetto attuatore dell’opera è il Consorzio di bonifica di Macerata, ma finché non presenterà lo studio di fattibilità non si potranno fare i lavori”, spiega Cecola. “Ma la cosa più incredibile – evidenzia – è che se dovessi anche completare la ricostruzione della mia casa, con le norme attuali non potrei andarci a vivere finché l’opera di mitigazione del rischio idrogeologico non fosse completata”. “Cosa chiedo? – conclude Cecola – Che venga superata questa norma e ci venga data la possibilità di ricostruire le nostre case per poterci tornare a vivere”.

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