“Ho il piacere di dichiarare che Mpox”, nuovo nome del vaiolo delle scimmie, “non è più un’emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale“. Lo ha annunciato il Direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), Tedros Adhanom Ghebreyesus, durante il periodico briefing con la stampa. La decisione è stata presa dopo che “ieri il Comitato di emergenza per Mpox si è riunito e ha espresso il parere che l’epidemia multinazionale di Mpox non rappresenta più un’emergenza” globale, ha spiegato.
“In totale, sono stati segnalati all’Organizzazione Mondiale della Sanità più di 87mila casi di Mpox e 140 decessi, da 111 Paesi. L’OMS è stata molto incoraggiata dalla rapida risposta dei Paesi. Ora vediamo progressi costanti nel controllo dell’epidemia“, ottenuto “sulla base delle lezioni dell’Hiv” grazie al “lavoro fatto a stretto contatto con le comunità più colpite“. E così “negli ultimi 3 mesi sono stati segnalati quasi il 90% in meno di casi, rispetto ai 3 mesi precedenti”. E’ il bilancio ribadito da Ghebreyesus. “Tuttavia, come con Covid, ciò non significa che il lavoro sia finito“, ha puntualizzato il Dg. “Mpox continua a porre sfide significative per la salute pubblica che richiedono una risposta solida, proattiva e sostenibile. Anche se accogliamo con favore la tendenza al ribasso dei casi di Mpox a livello globale, il virus continua a colpire comunità in tutte le regioni, inclusa l’Africa, dove la trasmissione non è ancora ben compresa. I casi legati ai viaggi in tutte le regioni evidenziano la continua minaccia. C’è un rischio particolare per le persone che vivono con l’infezione da Hiv non trattata”.
“Resta dunque importante che i Paesi mantengano le loro capacità di test e continuino i loro sforzi, valutino il loro rischio, quantifichino le loro esigenze di risposta e agiscano prontamente quando necessario – ha concluso il capo dell’agenzia ONU per la salute – Si raccomanda l’integrazione della prevenzione e cura di Mpox nei programmi sanitari esistenti, per una risposta rapida a future epidemie. L’OMS continuerà a lavorare per sostenere l’accesso alle contromisure non appena saranno disponibili maggiori informazioni sull’efficacia degli interventi”.