Alluvione Romagna: tra Forlì e Cesena 500 frane, “fondi provinciali finiti”

Il Presidente Lattuca raccoglie l’SOS dei territori dell’Appennino devastati dalle alluvioni in Romagna: “subito soldi e commissario”
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Sono ben consapevole di come l’alluvione ha ferito l’Appennino romagnolo, le comunità che lo abitano e le imprese che sulle colline svolgono la propria attività”. Il Presidente della provincia di Forlì-Cesena Enzo Lattuca, raccoglie l’SOS lanciato dai sindaci dei Comuni montani colpiti dalle alluvioni di maggio. “La vostra grave preoccupazione è la mia preoccupazione”, ha aggiunto. Sulle strade provinciali, prosegue Lattuca, si contano circa 500 tra smottamenti e frane, in un quadro ancora in evoluzione. La Provincia ha anticipato oltre quattro milioni di euro ma ci sono “problemi molto seri che dobbiamo risolvere in fretta, mettendo le basi della ricostruzione prima della stagione autunnale”.

Dal 2 maggio scorso, incessantemente, la Provincia con i suoi tecnici e operatori sta lavorando “in somma urgenza” per mettere in sicurezza le persone e non lasciare i cittadini isolati, aprendo strade e costruendo viabilità alternative. Di certo “il bilancio per il territorio è molto pesante”. La stima consegnata dalla Regione al capo Dipartimento della Protezione civile Fabrizio Curcio segnala 1.694 interventi urgenti, per una spesa di oltre 761 milioni di euro, finalizzati al ripristino dei servizi pubblici e delle infrastrutture di reti strategiche, avviati o da avviare nei prossimi mesi.

I fondi, ribadisce il Presidente, sono già finiti e si interviene sulle strade “senza alcuna copertura finanziaria“. Per cui “i lavori tra poco inevitabilmente si fermeranno“. Degli 8,8 miliardi di euro di danni quantificati in tutta la regione, se ne chiedono al governo “urgentemente” 1,8, per cui l’esecutivo, conclude Lattuca, “quanto prima emani il decreto sull’alluvione, a copertura degli interventi di somma urgenza, e nomini un commissario. Non possiamo fermarci, perché dobbiamo dare risposte a chi vive e lavora qui, perché nessuno si senta solo o abbandonato”.

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