I vertici di Confindustria Emilia-Romagna hanno visitato oggi il Centro Ricerche ENEA di Brasimone, a Camugnano (Bologna), sull’Appennino tosco-emiliano. Con oltre 400 ettari di superficie e 17 tra edifici e hall sperimentali, il Centro è uno dei maggiori poli di ricerca a livello internazionale per lo studio e lo sviluppo di tecnologie nei settori energia, salute e tutela dell’ambiente e del territorio, fra cui in particolare: tecnologie avanzate per l’energia da fusione e fissione, spazio, radiofarmaci, biomedicina, radioterapia, sicurezza alimentare e ambientale, tecnologie dei materiali e dei metalli liquidi. I ricercatori del Brasimone dispongono di un parco di infrastrutture sperimentali avanzate aperto a borsisti, studenti, dottorandi ed altri ricercatori provenienti da enti e università internazionali; collaborano inoltre con istituti di ricerca leader in campo tecnologico di Paesi, quali Stati Uniti, Giappone, Canada, Regno Unito e Cina.
In questa cittadella della ricerca, che sorge in un’area di interesse delle regioni Emilia-Romagna e Toscana, nasce la collaborazione con l’azienda newcleo per produrre energia in modo sicuro e sostenibile attraverso sistemi nucleari innovativi di piccole dimensioni, gli Advanced Modular Reactor, raffreddati al piombo invece che ad acqua, molto più affidabili e flessibili degli attuali reattori di II e III generazione, da realizzare al di fuori dell’Italia.
L’incontro di Confindustria
“Abbiamo voluto conoscere da vicino questo polo d’eccellenza – ha dichiarato Annalisa Sassi, Presidente di Confindustria Emilia-Romagna – del nostro territorio, uno dei principali centri di ricerca per lo sviluppo di tecnologie avanzate a livello nazionale ed internazionale. Nel campo energetico abbiamo davanti una sfida: costruire una strategia di medio lungo periodo in grado di realizzare un mix di fonti, investendo con decisione sulla capacità di produzione di energia e cogliendo ogni opportunità offerta dalla tecnologia. Qui si studiano la fissione di quarta generazione e la fusione nucleare a confinamento magnetico: grazie agli investimenti e alla ricerca in corso al Brasimone, che coinvolge competenze assai qualificate, faremo importanti passi in avanti per produrre energia pulita, sicura e sostenibile”.
“Il Centro Ricerche ENEA di Brasimone – ha dichiarato Giorgio Graditi, Direttore generale dell’ENEA – è da oltre vent’anni all’avanguardia nello sviluppo delle tecnologie dei metalli liquidi pesanti per applicazioni nucleari, utili per la fusione a confinamento magnetico ma anche per sistemi nucleari innovativi di IV generazione, per produrre energia in modo sicuro, affidabile e sostenibile. In questo polo di eccellenza disponiamo di competenze, infrastrutture di ricerca uniche e un background che ci consente di collaborare a livello internazionale con le industrie, per realizzare, con il supporto delle Istituzioni e degli enti locali, un centro di riferimento per la produzione di energia elettrica in una prospettiva di decarbonizzazione, con ricadute rilevanti a livello scientifico, economico ed occupazionale”.
“Il Brasimone – ha affermato Vincenzo Colla, Assessore allo Sviluppo Economico, Green Economy, Lavoro, Formazione e Relazioni Internazionali della Regione Emilia-Romagna – è uno dei maggiori centri di ricerca a livello nazionale e internazionale dedicato allo studio e allo sviluppo di materiali e di tecnologie avanzate nel campo della salute, della tutela dell’ambiente e del territorio. La Regione finanzia, in particolare, tre progetti sulla medicina nucleare, la radioterapia per la diagnosi oncologica e la progettazione e realizzazione di droni per il monitoraggio del territorio. A seguito dell’intesa firmata lo scorso anno fra ENEA e la società newcleo, che porta avanti gli studi del Nobel Carlo Rubbia, il Brasimone si è accreditato inoltre come centro fra i più importanti a livello mondiale per lo studio della produzione di energia pulita attraverso le più innovative e sicure tecnologie nucleari di ultima generazione. La visita di oggi ci ha permesso di incontrare questa preziosa comunità di ingegneri, che ha portato eccellenza e sviluppo nel nostro Appennino, e di conoscere l’avanzamento di questi studi, fondamentali per il futuro nostro e dell’intera comunità internazionale”.
Alla visita hanno partecipato anche rappresentanti di Confindustria e delle Confindustrie regionali. “Gli obiettivi di neutralità tecnologica al 2050 – ha sottolineato Aurelio Regina, Presidente del Gruppo Tecnico Energia di Confindustria – ci impongono una seria riflessione sull’opzione nucleare. Abbiamo visto anche in questo incontro che l’Italia ha un importante patrimonio di competenze sul piano della ricerca e un potenziale notevole sul piano della filiera tecnologica. Credo che la politica debba fare la sua parte, non solo con dichiarazioni facili di sostegno ma con precisi impegni di responsabilità. Un primo segnale di credibilità potrebbe venire da indicazioni precise per chiudere il tema del deposito delle scorie nucleari sul quale abbiamo una consultazione aperta da quattro anni, ed è giunto il momento di decidere dove”.