In audizione in Commissione Agricoltura della Camera, il Commissario straordinario alla peste suina africana, Vincenzo Caputo, ha fatto il punto in merito all’evoluzione della situazione epidemiologica e alle nuove iniziative da assumere per l’eradicazione della malattia. “In Italia facciamo i conti al momento con la circolazione del virus in Liguria, Piemonte e, parzialmente, con una piccolissima espansione verso la Lombardia. Per quanto riguarda il Centro Italia, abbiamo il focolaio della città di Roma, che risulta ancora attivo. L’ultima new entry è in provincia di Reggio Calabria, che ha fatto seguito a un caso in Campania, che ha sfiorato anche la Basilicata. Queste sono le regioni interessate dalla circolazione del virale”, ha detto Caputo.
“Per quanto riguarda l’ambiente zootecnico – ha aggiunto – i grandi distretti suinicoli italiani per ora non sono interessati; ma abbiamo alcune positività in allevamenti medio-piccoli che portano a dover prevedere restrizioni anche in allevamenti commerciali e industriali che insistono in quei territori”. La peste suina, ha ricordato Caputo, è una malattia che non colpisce l’uomo, “ma colpisce il settore suinicolo e della trasformazione nel momento in cui questa viene si trova in aree colpite da restrizioni“. Dal punto di vista delle azioni messe in campo in ambiente zootecnico, ha continuato il Commissario, “il Sistema Italia è stato apprezzato ieri, dopo l’audizione europea, per la precisione nella notificazione e per la gestione dei focolai domestici”.
A luglio Piano straordinario di cattura dei cinghiali
“In Italia abbiamo, secondo le stime, un soprannumero di oltre un milione di cinghiali, una cifra in aumento e non in diminuzione. Abbiamo già attivato la commissione con Ispra e altri esperti e contiamo, entro la prima decade di luglio, di predisporre e sottoporre il Piano straordinario di cattura e abbattimento dei cinghiali”, ha detto ancora Caputo.
Al Paese, ha precisato, “manca un sistema di regolazione pubblica di questi animali. Abbiamo circa 600.000 addetti alla caccia, di cui alcuni abilitati anche alla caccia al cinghiale, ma questo non ci consente una eradicazione efficace della malattia. Stiamo lavorando per portare il Paese a una bioregolazione della presenza di questa specie, per eradicare in tempi ragionevoli anche la malattia”.
Il decreto legge 75 del 22 giugno 2023 ha introdotto importanti novità sulle misure di contrasto alla Peste suina. “La conversione in legge del decreto – per Caputo – può essere occasione straordinaria per individuare una figura di un bioregolatore come figura di pubblico servizio deputata a questo, avvalendoci anche del mondo venatorio e di tutte le figure addette per creare un piccolo esercito per fronteggiare il fenomeno“. Dobbiamo poi, “rafforzare fortemente la sorveglianza attiva della malattia, e quindi una rivisitazione dei Piani regionali di depopolamento che il commissario intende prendere in mano nei prossimi giorni“. Di fronte a questo problema, ha concluso il Commissario, “siamo partiti da un iniziale scoraggiamento collettivo, anche per via di posizioni distanti. Ora possiamo dire che la peste suina ora è riconosciuto come problema nazionale. Ma non possiamo sognarci di proclamare uno stato di emergenza nazionale, perché sarebbe un disastro epocale ai fini della filiera”.