Uno studio innovativo sulla economicità e la sostenibilità della bioplastica e di materiali alternativi per imballaggi

Scientific Report NATURE pubblica la ricerca coordinata dal Prof. Ferrara dell'Università Mediterranea di Reggio Calabria
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La prestigiosa rivista Scientific Report NATURE ha pubblicato uno studio promosso e coordinato dal Decision Lab dell’Universita Mediterranea di Reggio Calabria, Laboratorio scientifico fondato e diretto dal Prof. Massimiliano Ferrara. La ricerca che vede coinvolti Ricercatori provenienti da tre Continenti: Australia, Malesia, India e Corea del Sud, dal titolo: An innovative probabilistic hesitant fuzzy set MCDM perspective for selecting flexible packaging bags after the prohibition on single-use plastics, ha come oggetto di studio aspetti tecnici legati alla creazione di un sistema di Decision Support System decisionale attraverso l’analisi multicriteriale. L’ambito di applicazione di questa piattaforma di decision-making è la scelta economica più conveniente tra le alternative esistenti sul mercato (e alcune in fase prototipale) di tipologie di sacchetti di bioplastica monouso. L’obiettivo dello studio è promuovere uno strumento decisionale che guidi il decision-maker verso la soluzione che riduca drasticamente l’impatto negativo sull’ambiente, con uno sguardo all’economicità della decisione. Un connubio virtuoso tra sostenibilità ed economicità attraverso la circolarità economica.

Il gruppo di ricerca coordinato dal Prof Ferrara che ricordiamo è attualmente membro del Comitato scientifico editoriale di Scientific Reports NATURE, sta promuovendo degli studi scientifici attorno al concetto di “hesitant fuzzy sets and numbers (HFSaN)” con riflessi in ambito intelligenza artificiale (machine learning in particolare) e da ultimo in ambito Finanza digitale, la c.d. Fintech. Attorno a questo innovativo strumento matematico “HFSaN” si è incentrata anche la ricerca in oggetto che rappresenta il primo prestigioso riscontro dell’intuizione dell’Accademico reggino.

Alcuni aspetti meritevoli di essere evidenziati con riferimento alla ricerca sugli aspetti economici derivanti dall’uso della bioplastica riguardano i risultati della classifica dello studio di ricerca per le procedure di selezione economica tra diverse alternative di imballaggio, suggerite dagli Autori, offrendo al contempo anche la risposta migliore. La soluzione è principalmente ridurre l’impatto negativo sull’ambiente. Per tutti gli indicatori ambientali, ad eccezione della persistenza, i sacchetti di plastica riutilizzabili (HDPE 70 μm, tessuto in poliestere e tessuto in poliestere) hanno avuto impatti significativamente inferiori rispetto a qualsiasi opzione di sacchetto monouso. Il numero di volte in cui le borse vengono riutilizzate ha un’influenza significativa sugli impatti ambientali complessivi. I sacchetti riutilizzabili hanno un impatto ambientale minore rispetto ai sacchetti di plastica monouso perché devono essere utilizzati solo 3-10 volte. Sebbene l’aumento del contenuto riciclato dei sacchetti in bioplastica abbia ridotto significativamente le conseguenze ambientali complessive fino al 52%, il sacchetto in polietilene lungo 24 μm monouso senza materiale riciclato ha avuto gli impatti ambientali più elevati. Gli elevati impatti ambientali dei sacchetti di plastica, rispetto alla produzione mondiale o europea di plastica, sono per lo più attribuibili al processo di produzione di carbone-polimero liquido ad alta intensità energetica e di materie prime. Carta e polimeri importati sono ora più attraenti dal punto di vista ambientale. Tuttavia, se circostanze particolari richiedono l’uso di sacchetti monouso, i sacchetti devono avere un alto contenuto di materiale riciclato e/o essere composti da materiali che hanno ricevuto una certificazione di biodegradabilità. Questi suggerimenti incoraggiano la transizione verso un’economia circolare promuovendo l’uso di articoli riutilizzabili piuttosto che monouso, il riciclaggio dei materiali e l’uso di materiali biodegradabili per ridurre l’impatto ambientale dello smaltimento dei rifiuti.

Il lavoro pubblicato su Scientific Reports è in open access al seguente link: https://www.nature.com/articles/s41598-023-37200-2

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