Secondo il professore Fausto Gnesotto, docente ordinario presso l’università di Trieste il clima muta periodicamente, e non è affatto colpa dell’uomo. Infatti si legge in un suo articolo quanto segue. “Come palentologo che si deve avvalere scientificamente della palinologia connessa ai carotaggi pollinici dei geologi per poter ricostruire l’ambiente climatico dei siti oggetto dei miei scavi archeologici, devo stigmatizzare il fatto che tutt’oggi il tema dell’emergenza climatica viene affrontato su basi fuorvianti. Infatti ne parlano i meteorologi, che ne avrebbero competenza solo per gli avvenimenti dal 1800 in poi, e non i geologi, che sono i soli veri “storici” del clima.
Così si ignora il fatto “storico” che il clima muta periodicamente ogni 400 anni circa. Per esempio, dopo l’optimum climatico romano imperiale, nell’Alto Medioevo dal “400 all’800 circa si ebbe un raffreddamento (che favorì la Peste di Giustiniano), sostituito da un innalzamento della temperatura nel Pieno Medioevo: esso permise la Rivoluzione agricola del Mille, le coltivazioni in Groenlandia (“Terra Verde”), oggi impossibili, e mostrò ai Vichinghi le viti selvatiche nel Labrador.
A questo picco climatico subentrò, dal 1300, la “Piccola Glaciazione” (Peste del Boccaccio), che si protrasse per i soliti 400 anni fino al 1680 circa, allorché le temperature aumentarono di nuovo e progressivamente fino ad oggi: ma il 1680 è di ben cento anni precedente alla Rivoluzione Industriale e a qualsivoglia emanazione an- tropica di CO2.
Purtroppo i climatologi dell’Ipcc (che dettano legge) sono dei meteorologi che possono conoscere le temperature solo dal 1800 in poi, mentre gli unici scienziati idonei a tracciare una storia del clima sono i geologi che, coi loro carotaggi pollinici, riescono a ricostruire gli ambiti vegetali (e quindi il cli- ma) del passato tramite la palinologia. Rispetto alla ricostruzione della “Storia del Clima”, la differenza tra geologi e meteorologi è la stessa che intercorre tra storici (del passato) e giornalisti (del presente): per cui, mi chiedo, faremmo noi trattare la storia politica dai giornalisti piuttosto che dagli storici? (Con tutto il dovuto rispetto per la funzione dei giornalisti).
Per lo stesso motivo, la Storia del Clima va affidata ai geologi e non ai meteorologi! Concludendo, il clima cambia ogni 400 anni per cause astronomico solari e non umane, e il caldo di oggi aumenterà ancora per circa 80 anni, in barba ad ogni nostro tentativo di contrastarlo con azioni comportanti un inutile danno economico e sociale.”