In attesa che il Governo determini organiche scelte strategiche, prosegue l’impegno dei Consorzi di bonifica ed irrigazione per aumentare la resilienza dei territori alle conseguenze della crisi climatica, che sta tornando ad affacciarsi soprattutto con le ridotte portate dei corpi idrici lungo la Penisola. “Non sono ancora passati due mesi dall’alluvione in Emilia Romagna che il Paese dalla memoria corta torna ad interessarsi delle criticità idriche dettate dal gran caldo, senza metabolizzare che si tratta di due facce dello stesso problema”: ad evidenziarlo è stato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI, intervenuto a Faenza alla cerimonia per la consegna di 4 nuove pompe idrovore ad altrettanti Consorzi di bonifica, operanti nelle zone inondate e frutto di una sottoscrizione fra gli iscritti del sindacato Uila UIL.
“Ringraziamo di cuore quanti hanno permesso questa donazione nata dalla solidarietà popolare – ha proseguito il Presidente ANBI – Al Governo chiediamo di intervenire con celerità a sostegno delle popolazioni alluvionate per evitare soprattutto l’abbandono dell’agricoltura, non solo eccellenza italiana, ma primo presidio per la manutenzione del territorio. Chiediamo inoltre che le opere idrauliche siano davvero considerate tra gli asset strategici del Paese, indispensabili per la crescita dell’economia, perché non può esserci sviluppo senza sicurezza idrogeologica, né può esserci agricoltura senza disponibilità idrica”.
In questo quadro, il Consorzio di bonifica Renana ha inaugurato a Castel San Pietro Terme, in provincia di Bologna, un nuovo invaso capace di raccogliere fino a centomila metri cubi d’acqua proveniente dallo scolo collinare Laghetti e miscelata con quella reflua del depuratore comunale; la qualità idrica è garantita dal monitoraggio costante, svolto in collaborazione con l’università felsinea. Il terreno per il bacino è stato reso disponibile dal Comune, mentre l’opera, costata circa due milioni di euro e realizzata in circa un anno e mezzo, è stata finanziata per un terzo dall’ente consorziale e per due terzi dal Piano Regionale di Sviluppo Rurale.
“Il nostro obbiettivo – ha ricordato Vincenzi – è che in Italia, come già nella Penisola iberica, si arrivi a trattenere almeno il 35% dell’acqua, che piove in un anno; attualmente tale percentuale, determinante per utilizzi irrigui, produttivi ed energetici, è ferma all’11%”.
“Per completare il quadro – ha spiegato Valentina Borghi, Presidente Cdb Renana – con i fondi del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza stiamo realizzando il dragaggio dei sedimenti accumulati negli alvei dei principali canali consortili, recuperando così almeno 500.000 metri cubi di capacità, abbinando due obbiettivi: aumentare la sicurezza idraulica, grazie ad un maggior volume per lo stoccaggio delle acque di piena ed avere maggiore disponibilità idrica a fini irrigui. Per questo stiamo programmando anche il riutilizzo di cinque ex cave nella pianura bolognese per accumulare risorsa idrica”.
“Invasi e canali irrigui svolgono anche importanti funzioni ambientali – ha aggiunto Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI – È stato calcolato che ogni 4 euro di valore aggiunto, garantito dall’irrigazione al made in Italy agroalimentare, almeno 1 euro è relativo ai benefici ecosistemici per la biodiversità, il contrasto alla desertificazione e la conservazione di un paesaggio rurale storico. Per questo, l’invaso Laghetto deve essere solo il prototipo per altri bacini irrigui a fonte mista ed interconnessa, utile per dare disponibilità idrica certa al territorio. Serve concretezza – ha concluso il DG ANBI – e le reali volontà siamo abituati a misurarle sulla base delle risorse messe a disposizione. Dal Piano Invasi a quello per l’ Efficientamento della Rete Idraulica, i Consorzi di bonifica hanno centinaia di progetti cantierabili ed in attesa di finanziamento…”