Il segretario generale della Protezione civile greca ha dichiarato lo stato di emergenza nell’area municipale di Rodi Sud a causa degli incendi che stanno bruciando l’isola da sei giorni. Lo riferisce la tv greca Ert. Nel provvedimento viene indicato che l’emergenza sull’isola greca dell’Egeo meridionale sarà in vigore per sei mesi, fino al 18 gennaio 2024. Intanto i pompieri stanno scavando dei fossati tagliafuoco nella zona sud-orientale verso le zone turistiche di Kiotari e a sud-ovest verso Gennadi per impedire che le fiamme si propaghino alla foresta. Il monastero di Tharri, dove vivevano 5 monaci, è stato evacuato.
Inoltre, la situazione degli incendi fuori controllo nell’isola ha indotto a sospendere molti voli verso la località turistica. O meglio i tour operator hanno ordinato ai voli charter di atterrare vuoti sull’isola per far salire i turisti che vogliono lasciare Rodi, dove infuria da sei giorni un incendio partito da una montagna e che i servizi di emergenza non riescono a domare; e ieri, secondo la stampa greca, tutti i voli dall’isola erano pieni. Il gruppo tedesco Tui, una delle maggiori aziende turistiche al mondo, ha sospeso tutti i voli turistici per l’isola.
Le compagnie che hanno cancellato i voli
“Al momento il gruppo Tui ha circa 40.000 turisti sull’isola di Rodi, 7.800 dei quali sono interessati dagli incendi e hanno dovuto essere evacuati in centri di accoglienza o hotel“, ha spiegato la portavoce. Nel Regno Unito, la compagnia low cost Jet2 ha cancellato tutte le rotte per l’isola fino al 30 luglio compreso, domenica prossima. Jet2 tuttavia farà comunque volare i suoi aerei verso l’isola, in maniera da poter riportare a casa i turisti rimasti bloccati.
Anche EasyJet ha cancellato i pacchetti vacanze, ma ancora vola verso l’isola, con i vettori vuoti, esattamente come British Airways, Ryanair, e altre compagnie. La situazione sull’isola è ancora molto complicata. Le autorità greche hanno fatto sapere che sono almeno 19.000 le persone, tra le quali circa 6.000 turisti, allontanate dalla zona dell’incendio boschivo, che continua a bruciare impetuoso alimentato dalle alte temperature e dai forti venti.
L’evacuazione di cittadini e turisti
Tra gli sfollati, circa 3.000 turisti sono stati trasferiti in luoghi sicuri via mare, mentre il resto, 16.000 persone, tra cui altri 3.000 turisti, lo hanno fatto via terra grazie a una vasta operazione andata avanti tutta la notte, ha spiegato il portavoce dei vigili del fuoco, Yannis Artopio’s, alla televisione privata Skai.
L’incendio ha costretto all’evacuazione 11 cittadine del centro e della costa orientale dell’isola, mentre le fiamme hanno danneggiato almeno tre alberghi nella cittadina costiera di Kiotari e bruciato diverse abitazioni nella cittadina di Laerma. Al lavoro ci sono circa 270 vigili del fuoco con 49 veicoli, cinque elicotteri e dieci aerei cisterna. Migliaia di turisti hanno dovuto trascorrere la notte nelle scuole, nei palazzetti dello sport, sui traghetti se non addirittura in strada; e nei video pubblicati sui social ieri, sabato, si vedono file di diversi chilometri di turisti, in marcia, valige in mano diretti alle spiagge da cui partivano le imbarcazioni che allontanavano le persone dal pericolo.
C’è chi denuncia una mancanza di organizzazione e informazione da parte delle autorità
Alcuni hanno denunciato una mancanza di organizzazione e informazione da parte delle autorità, raccontando che per raggiungere i punti di evacuazione hanno dovuto percorrere diversi chilometri sotto un sole cocente, spesso con i bambini piccoli oltre al bagaglio. Finora non sono stati segnalati feriti, anche se nove persone hanno dovuto essere portate nei centri sanitari locali con lievi problemi respiratori a causa del fumo degli incendi.
I vigili del fuoco stanno combattendo le fiamme su tre fronti separati, sulla costa occidentale e nel centro di Rodi, mentre l’incendio ha già dilaniato migliaia di ettari di foresta vergine. “L’ambiente dell’isola è stato davvero distrutto. Le immagini che vedo sono senza precedenti“, ha detto alla televisione pubblica Efthi’mios Lekkas, un professore specializzato in catastrofi naturali. La catastrofe è anche un duro colpo per l’economia di Rodi, il cui motore principale è il settore turistico. La Grecia sta patendo un’ondata di caldo estremo, con temperature che sabato hanno superato i 44 gradi nel settore centrale. Oggi sembra essere andata anche peggio, con i termometri che potrebbero aver raggiunto i 45 gradi.
Anche una famiglia di Trani è sfuggita ad un incendio a Rodi
Anche una famiglia di Trani in fuga da incendio a Rodi. Secondo quanto fa sapere il Comune di Trani, la famiglia di Trani, composta da padre, madre e una bambina di otto anni che si trova a Rodi, è stata evacuata e a bordo di un bus ha raggiunto Rodi città dove viene ospitata in una scuola gestita dalla protezione civile. Madre, padre e figlia, che stanno tutti bene, erano in vacanza al sud dell’isola dove si sono sviluppati gli incendi.
“Abbiamo passato la notte a fuggire dal fuoco, ci siamo spostati cercando di anticipare gli ordini di evacuazione. Siamo andati verso sud-ovest per sfuggire alle fiamme, ci hanno accolto in abitazioni e ora siamo in un hotel vicino all’aeroporto. Ora siamo al sicuro ma qui è un disastro ambientale immane“. E’ la testimonianza del giornalista Massimo Alberti che si trova a Rodi in vacanza: “gli incendi vanno avanti da una settimana, è un disastro“.
La testimonianza del disastro di Alberti
“Ora siamo in albergo vicino all’aeroporto – dice Alberti – abbiamo dormito in terra, gli hotel sicuri sono pieni di sfollati. Ieri eravamo a Kiotari ma ci siamo mossi prima dell’ordine di evacuazione arrivato alle 13, siamo andati in auto verso sud a Gennadi, qui ci ha ospitato una persona che aveva accolto altri turisti. Siamo rimasti a Gennadi fino alle 21 ma notizie dicevano che le fiamme avanzavano per cui ci siamo mossi più a sud verso Plimmyri, abbiamo visto un resort con le luci accese e siamo andati lì. Arrivavano bus dell’esercito carichi di turisti, impauriti e spaesati“. “Quando hanno iniziato ad evacuare anche Gennadi e Lindos abbiamo deciso di muoverci: alle 2 decidiamo di lasciare il resort e andare verso l’aeroporto a nord, percorrendo una strada secondaria lontana dagli incendi – spiega ancora Massimo Alberti – ora siamo in questo hotel dopo una notte di paura a fuggire dalle fiamme.”
Alberti descrive all’ANSA una situazione di devastazione. “Qui è un disastro ambientale di dimensioni immani, sono bruciati decine di migliaia di acri di foresta. Sono bruciati interi paesi, oltre a hotel e resort, e l’isola resta spezzata in due. Gli sfollati sono decine di migliaia, tra residenti e turisti – dice – Molti, in migliaia, sono stati evacuati sulle barche anche di privati perché i centri di accoglienza sono pieni. All’aeroporto è un via vai di charter: sono i turisti dei viaggi organizzati che lasciano l’isola, spesso senza documenti, senza bagagli perché sono fuggiti senza avere il tempo di prendere nulla”. “L’isola brucia da una settimana, i primi roghi ci sono stati lunedì sera ma tra venerdì e sabato il picco delle temperature e i venti caldi verso sud hanno aggravato la situazione – riflette Alberti – Rodi ha avuto due eventi devastanti di questo tipo in tre anni, sono i prodotti del cambiamento climatico ed è chiaro che non siamo attrezzati. Ma qualcosa va fatto e non possiamo ignorare eventi devastanti di questa portata. Il riscaldamento globale non è un complotto”.