Dopo Toscana e Sardegna, oggi, 5 luglio, intorno alle ore 12, IT-alert, il sistema di allarme pubblico di cui si sta dotando l’Italia, sarà testato in Sicilia. Sui cellulari, accesi e con connessione telefonica, di coloro che si troveranno sull’isola o in mare a ridosso delle coste arriverà un messaggio di test: chiunque lo riceverà non dovrà fare alcunché se non rispondere alle domande del questionario che sarà disponibile sul sito www.it-alert.gov.it per segnalare eventuali malfunzionamenti e aiutare a implementare il sistema.
In questa fase di sperimentazione di IT-alert, partita mercoledì 28 giugno con il primo test e che proseguirà nei prossimi mesi coinvolgendo tutte le Regioni e le Province Autonome di Bolzano e Trento, viene coinvolta direttamente la popolazione per far conoscere il nuovo sistema, per verificarne il funzionamento in relazione alle diverse tipologie di telefono e di sistemi operativi e per raccogliere indicazioni dagli utenti per implementare il servizio.
Al momento, a seguito dei test svolti in Toscana il 28 giugno e in Sardegna il 30 giugno, sono stati compilati circa 280.000 questionari. I dati raccolti, trattati in forma anonima, sono in fase di elaborazione; una loro analisi preliminare nelle ore immediatamente successive ai test ha, però, già consentito agli operatori di telefonia mobile di avviare le verifiche su alcuni elementi emersi, come il mancato arrivo della notifica su alcuni dispositivi o il continuo suonare su altri. È stato anche avviato l’approfondimento rispetto all’overshooting, uno dei limiti noti della tecnologia cell-broadcast usata per l’invio dei messaggi IT-alert, ovvero l’arrivo delle notifiche su dispositivi che si trovano diversi chilometri al fuori dall’area interessata.
Il cell-broadcast – letteralmente “trasmissione tramite celle” – è una tecnologia che consente di mandare messaggi in modo unidirezionale, senza la possibilità per gli operatori telefonici di ricevere risposte e sapere con certezza i cellulari che sono stati effettivamente raggiunti: chi invia l’informazione non detiene alcun dato in merito ai dispositivi, neppure il numero di telefono. Questo servizio è basato sul cosiddetto “accampamento” dei telefoni nel raggio di copertura delle antenne che vengono attivate: al momento dell’invio della notifica, tutti i dispositivi accesi e con connessione telefonica agganciati alle antenne selezionate riceveranno il messaggio.
I test che si stanno svolgendo servono proprio a verificare il comportamento reale della tecnologica usata, delle antenne attivate di volta in volta dai diversi operatori. Dopo quello in Sicilia, i due prossimi test sono previsti in Calabria (7 luglio) ed Emilia-Romagna (10 luglio).