It-Alert, perchè nella zona a più alto rischio d’Italia l’avviso è già arrivato tre volte

Nello Stretto di Messina il messaggio di allertamento "It-Alert" è già stato testato tre volte: è l'area a più alto rischio d'Italia per terremoti, tsunami e meteo estremo
MeteoWeb

Da due settimane la protezione civile sta sperimentando in tutt’Italia il sistema di allarme pubblico nazionale It-Alert di cui si sta dotando l’Italia per l’informazione diretta alla popolazione in caso di gravi emergenze imminenti o in corso. I test regionali sono iniziati il 28 giugno in Toscana, poi proseguiti il 30 in Sardegna, il 5 luglio in Sicilia e oggi in Calabria. Adesso la sperimentazione proseguirà il 10 in Emilia-Romagna e così via entro fine anno in tutte le Regioni. La sperimentazione consentirà di far conoscere It-Alert come nuovo sistema di allarme pubblico che, in caso di gravi emergenze e catastrofi imminenti, potrebbe raggiungere i territori interessati, integrando le modalità di informazione e comunicazione e gli strumenti già a disposizione.

Con il messaggio di oggi, però, c’è una zona d’Italia – che è anche la più esposta ai rischi naturali – che ha già ricevuto tre volte il messaggio di allertamento: si tratta dell’area dello Stretto di Messina, dove i circa 500 mila residenti e tutti gli ulteriori visitatori presenti per motivi di lavoro o turismo, hanno partecipato al test per ben tre volte. In quest’area, infatti, il 4 novembre 2022 si è svolta la più grande esercitazione antisismica della storia d’Italia, “Sisma dello Stretto 2022“, in cui era stato sperimentato il sistema It-Alert per la prima volta in assoluto. Quella dello Stretto di Messina, infatti, è la zona d’Italia a più alto rischio terremoti e maremoti, ed anche particolarmente esposta ai fenomeni meteo estremi: il test ripetuto in zona non è casuale.

Oltre al messaggio dell’esercitazione dello scorso 4 novembre, i residenti della sponda calabrese dello Stretto hanno ricevuto anche il messaggio inviato alla Sicilia il 5 luglio, mentre quelli siciliani hanno ricevuto oggi il messaggio inviato alla Calabria. A testimonianza di quanto la comunità dello Stretto sia particolarmente unita, anche dal punto di vista geografico e tecnologico: aspetta soltanto la realizzazione del Ponte sullo Stretto per sancire un legame storico, culturale e naturale già radicato nel dna delle due popolazioni dell’area.

Cos’è e come funziona It-Alert

Il sistema, una volta operativo, consentirà di raggiungere chiunque si trovi nella zona interessata dall’emergenza o dall’evento calamitoso, purché abbia il telefono acceso e connesso alla rete di telefonia mobile, fornendo informazioni sulla situazione di pericolo reale o potenziale. Attualmente si prevedono sei casi nei quali potrà essere impiegato: maremoto generato da un sisma; collasso di una grande diga; attività vulcanica, relativamente ai vulcani Vesuvio, Campi Flegrei, Vulcano e Stromboli; incidenti nucleari o situazione di emergenza radiologica; incidenti rilevanti in stabilimenti soggetti al decreto legislativo 26 giugno 2015, n. 105 (Direttiva Seveso); precipitazioni meteorologiche intense.

Il sistema dirama un messaggio di testo a tutti i telefoni cellulari presenti e attivi nell’area geografica a rischio, associato a un segnale sonoro diverso da quello delle classiche notifiche che riceviamo ogni giorno. La sperimentazione dovrebbe terminare a febbraio 2024, a quel punto, nelle intenzioni del Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, dovrebbe diventare operativo.

Musumeci su It-Alert: “necessario alimentare una cultura di prevenzione del rischio”

Serve una cultura della prevenzione”. Così il Ministro per la Protezione Civile e Politiche del Mare Nello Musumeci si è espresso nel corso della presentazione della fase di sperimentazione del nuovo sistema di allarme pubblico nazionale It-alert. “Il cittadino deve essere informato se vive in un territorio a rischio”, continua. La ricezione di un messaggio di allarme pubblico nazionale nei propri smartphone “non è salvifica ma può apportare ad una consapevolezza civica che consenta di adottare una condotta maggiormente responsabile”. Il sistema, atteso da tempo, è “finalizzato a comunicare alle popolazioni di un determinato territorio una grave emergenza imminente o in corso”. Dunque, spiega, è “solo la ricezione di un messaggio di allarme e non la comunicazione di norme di comportamento, anche perché è molto complicato riferire a una mole così ampia di persone che fanno cose diverse come comportarsi – continua – Ad esempio, durante un’alluvione è diverso il comportamento da adottare se una persona è in macchina o in casa”.

“L’impegno del governo è quello di entrare nella specificità della condotta di ogni cittadino, aiutarlo a scegliere quando è in emergenza. Il sistema non è ancora operativo ma contiamo venga approvato a partire dall’inizio del prossimo anno, se la fase di sperimentazione sarà positivamente conclusa e se verranno superate tutte le criticità che finora sono state registrate nella fase precedente”. Infatti, i primi test di allarme sono stati effettuati già in occasione delle esercitazioni di protezione civile “Vulcano 2022” e “Sisma dello Stretto 2022”, rispettivamente ad aprile e novembre dello scorso anno e hanno dato “buoni risultati. Temevamo peggio, ma se questo metodo entrerà nella coscienza dei cittadini i numeri potranno sicuramente aumentare”. Infatti, “l’Italia sta procedendo con grande cautela perché il sistema è delicato e di impatto in una popolazione“, conclude.

It-Alert

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