E’ nato il primo atlante completo delle reti perineuronali in oltre 600 regioni cerebrali, ovvero strutture costituite da proteine e carboidrati che compaiono nel cervello dei mammiferi al termine dello sviluppo, contribuendo alla riduzione di plasticità subito prima della transizione ad adulto. Lo ha creato un team di ricercatori di biologi della Scuola Normale di Pisa ed ora attraverso una specifica applicazione disponibile su un sito aperto, www.pnnatlas.sns.it, si può osservare quante reti perineuronali sono localizzate in determinate aree del cervello, dall’ippocampo alla corteccia, dall’ipotalamo all’area orbitale, e la loro associazione con specifici tipi cellulari.
La comprensione del loro ruolo è molto importante perché queste reti, spiega una nota della Normale, risultano “alterate in diversi modelli di neuropatologie umane, come nell’Alzheimer, e nella schizofrenia e finora, la mancanza di mappe altamente quantitative della loro distribuzione e della loro associazione con specifici tipi cellulari ne ha limitato la comprensione della loro azione” quindi lo studio “ha aperto nuove prospettive e fornito una panoramica senza precedenti delle loro localizzazione”.
“Utilizzando metodiche di intelligenza artificiale che riconoscono automaticamente le reti e i neuroni inibitori da immagini al microscopio – sottolinea Tommaso Pizzorusso, supervisore del team di ricerca – si è creato un atlante quantitativo delle reti perineuronali e della loro localizzazione, osservando che aree del cervello connesse tra loro tendono ad avere simili livelli di reti perineuronali e l’analisi genica ha però rilevato il ruolo delle reti come fattori di stabilità dei circuiti cerebrali”.