Sulla Marmolada, è stata testata un’apparecchiatura radar in grado di penetrare il ghiaccio e analizzare quello che accade sotto la superficie: uno strumento che potrebbe quindi rivelarsi utile per il monitoraggio del ghiacciaio e per verificare la presenza di acqua. Alla missione, che venerdì 7 luglio ha visto impegnato il Nucleo Elicotteri della Provincia autonoma di Trento, ha partecipato personale del Servizio Prevenzione Rischi e Cue – Protezione Civile provinciale – assieme a ricercatori dell’Università di Trento, in particolare il Professor Lorenzo Bruzzone del Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell’Informazione – responsabile del Remote Sensing Laboratory.
I dati acquisiti sono ora oggetto di analisi da parte dei ricercatori dell’Università. L’obiettivo è capire se uno strumento di questo tipo può servire per il monitoraggio del ghiacciaio, fornendo informazioni sul suo spessore e sulla presenza di acqua al suo interno. Lo studio è all’inizio e se il risultato fosse positivo, il sistema potrebbe essere impiegato in futuro anche montato su un drone.
Il principio su cui i basa l’apparecchiatura utilizzata sorvolando la Marmolada, naturalmente con dimensioni e caratteristiche diverse, è lo stesso di Rime (Radar for Icy Moon Exploration), il radar spaziale che è stato ideato e studiato da un team di scienziati internazionali sotto la guida di Lorenzo Bruzzone e che è in viaggio con la sonda JUICE (JUpiter ICy moon Explorer) verso le lune di Giove, con arrivo previsto nel 2030, proprio per verificare cosa si cela sotto la superficie ghiacciata.